POLICORO – Scorrono i titoli di
coda sulla vicenda raccolta differenziata nella città jonica. Lunedì dovrebbe
essere il giorno in cui, stando alle dichiarazioni del sindaco Rocco Leone in
Consiglio comunale, si metterà la parola fine su questa travagliata vicenda che
ha visto sin dall’inizio, dicembre 2011, un rapporto di amore-odio tra la
Tradeco, aggiudicataria del servizio per l’importo di circa 1,7 milioni di euro
l’anno, e la città jonica. Il servizio di raccolta differenziata in città era
stato accolto come un mantra che doveva restituire a Policoro quel biglietto da
visita di città turistica sempre sbandierato ma solo nel pensiero, tanto che la
città jonica negli ultimi anni era
uscita anche dal giro delle località dove sventola il vessillo della Bandiera
Blu. L’azione invece è stata una delusione: città abbandonata, anche se non
solo dai rifiuti, proteste continue da parte dei cittadini, residenti e non,
per il nauseabondo odore soprattutto durante la stagione estiva che di fatto
penalizza oltremisura l’immagine della città e poi discariche a cielo aperto
dappertutto in periferia. Per non parlare poi dei ritardi nella raccolta dei
sacchetti penzolanti fuori le abitazioni, che spesso rimangono anche per
qualche giorno a significare il fallimento di un’operazione pulizia che si è
trasformata in operazione pattumiera all’aperto: una seconda Napoli, senza
eufemismi. A dire il vero una buona dose di inciviltà è da attribuire anche
alla cittadinanza: tanti sono i casi, molti palesi, di abitanti che smaltiscono
i rifiuti al primo incrocio dalla propria casa o nella prima aiuola utile. Poco
incisiva è stata anche l’attività di sensibilizzazione ai residenti, piccoli e
grandi, sull’importanza della raccolta
differenziata sia sotto il profilo ambientale che civile, magari bandendo un
concorso con le scuole a cui nessuno ha pensato. A dire il vero doveva servire
anche ad abbassare la pressione fiscale sulla Tarsu, ed invece non è stato
così. E tra poco arriva Tares…Dunque la responsabilità non è tutta della
Tradeco subentrata alla Vi.Ri che utilizzava invece le tradizionali “campane” e
i contenitori per il deposito dei rifiuti. I cittadini non hanno mai avuto la
percezione che si facesse la differenziata per davvero: al numero telefonico
dell’azienda spesso non rispondeva nessuno e poi il pedinamento da parte dei
Carabinieri che seguendo un camion hanno scoperto che tutti i rifiuti venivano
smaltiti indistintamente nella discarica di Colobraro, vanificando il lavoro di
quei cittadini di buona volontà che si adoperavano per differenziarli. Il resto: riciclo dei rifiuti
per trasformarli in fertilizzanti per l’agricoltura è utopia da queste parti.
Ma ora cosa succederà con la risoluzione del contratto con la Tradeco? Il vice
sindaco Enrico Bianco, (Indipendente), ci ha comunicato che naturalmente sarà
espletato un nuovo avviso pubblico e nelle more dello stesso sarà la stessa
Tradeco a dover continuare il servizio essendo l’unica strada percorribile per
evitare le lungaggini amministrative di una fase di transizione che si spera
sia corta, in attesa della definitiva aggiudicazione, sotto altri presupposti.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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