“La notizia
pubblicata sulla gazzetta sul “ segreto di stato” applicato alla
documentazione sul piano globale di disattivazione dell’impianto Itrec della
Trisaia di Rotondella da parte del Ministero dello Sviluppo Economico è
alquanto grave e non giustificata”. E’ quanto dichiarano i volontari di No
Trivelle nello Jonio/No Scorie Trisaia. Che poi aggiungono: “Non è
ammissibile per un Ministero e in una Repubblica applicare il segreto di
stato sull’impiego d’ingenti fondi pubblici pagati dai cittadini per la tutela
della salute delle popolazioni e sullo sviluppo sociale ed economico di un
territorio danneggiato già a priori nell’immagine per la sola presenza di un centro
nucleare. Sulle questioni legate all’Itrec in Basilicata, la trasparenza
istituzione-popolazione è sparita. Sono circa due anni che il presidente
De Filippo non convoca più il tavolo della trasparenza regionale
(contrariamente a quanto fanno le altre regioni nuclearizzate italiane dal
Piemonte alla Campania, dove il tavolo è convocato con regolarità), per cui le
comunità non sanno assolutamente più nulla di cosa, accade all’interno
dell’Itrec, di com’è realizzato il decommissioning (la messa in sicurezza del
sito), su come sono eseguiti i lavori, su chi li esegue e quali progetti futuri
sono collegati al centro nucleare lucano. La mancanza di trasparenza sull’Itrec
e la presenza del centro nucleare in questi anni ha prodotto invece un
danno d’immagine al territorio del Metapontino , una vera spada di Damocle
nucleare per lo sviluppo del settore agricolo e turistico. In un
Metapontino ricco di un’agricoltura biologica e di qualità, di un turismo
eccellente e di un’archeologia unica al mondo. Invitiamo pertanto i
comuni e le imprese a valutare eventuale azione legale contro un eventuale
danno d’immagine provocato dalle istituzioni ,da mancata trasparenza e altri
segreti di stato su attività esterne come quelle legate al nucleare che hanno
un impatto emotivo –economico immediato sulle economie locali. Chiediamo ai
sindaci del territorio quali primi responsabili della salute pubblica di
attivarsi per creare i tavoli della trasparenza sul nucleare a livello
locale(nelle aule consiliari), dove Sogin, Arpab ,Regione e istituzioni
vengano a spiegare ai cittadini come sono spesi i soldi pubblici e com’è
garantita la salute pubblica ,con un rapporto con il territorio diverso e
partecipato sulla questione. Quest’anno la grande mobilitazione pacifica di
Scanzano del 2003 contro le scorie nucleari compirà 10 anni , in quel grande
evento c’era una lezione di democrazia e di civiltà da imparare e che la
reticente politica degli amministratori pubblici ha ignorato, mentre continua
ad aleggiare anche sui nostri territori lo spauracchio del deposito nazionale
di scorie nucleari che l’ex governo Passera-Monti (ora provvisorio) voleva
annunciare nella primavera 2013. In mancanza di chiare risposte dalle
istituzioni riprenderemo le iniziative di mobilitazione
popolare”.
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