POLICORO – La poesia aiuta a
vivere meglio, soprattutto con questi venti di crisi economica che hanno
comprensibilmente ripercussioni anche sul morale di ogni essere umano, con
tensioni sociali che a volte sfociano nella tragedia. Chi vuole però può
guardare la vita da un’ottica diversa, ottimistica, piacevole nelle sue
sfaccettature leggendo l’ultimo libro di poesie del policorese di adozione
Antonio Quarta, “Suite n.1 poesie e frammenti di antiche pagine”, presentato
venerdì 12 aprile a Matera nella biblioteca provinciale dall’associazione
“Matera Poesia 1995”. Nei suoi versi c’è tutta la bellezza della vita di un
medico specializzato in chirurgia oncologica e ginecologica, che ha contribuito
nel suo lavoro a far nascere tanti bambini. Che poi sono diventati grandi e
magari oggi raccontano ai propri figli e nipoti che la vita è bella, senza
parafrasare Roberto Benigni. La silloge di Quarta è un coacervo di emozioni,
sentimenti, un moto dell’animo che spontaneamente esce dal corpo umano e con
mano invisibile si materializza nelle pagine del libro di un critico letterario
che nella sua esistenza umana e professionale è stato testimone dell’origine
della vita. Non mancano momenti di inquietudine e di travaglio interiore che
accompagna ciascuno di noi nel nostro cammino terreno; però Quarta indica come
superarli guardando sempre nella nostra sfera intima. La dove ci sono le
migliori risorse da cui dobbiamo attingere se si vuole lasciare una traccia
indelebile nel mondo che ci circonda. Egli oltre ad averla già lasciata nel suo
lavoro, ora entra di diritto con il “Suite n.1 poesie e frammenti di antiche
pagine” nel novero degli immortali del mondo culturale contemporaneo. Non
dimentica nemmeno i suoi grandi maestri come Carmelo Bene, i testi di Marcel
Proust, Federico Garcia Lorca e i poeti maledetti dell’800 tra cui Arthur
Rimbaud a cui è dedicata la silloge che nello stesso tempo può essere
musicata, scolpita in un monumento, immortalata in un quadro, naturalmente
letta in qualunque consesso per la sua straordinaria carica emotiva e
culturale. Un’opera che racchiude tutte le forme espressive dell’arte in un
unicum da lasciare il segno anche nelle persone più indifferenti all’arte.
Quarta smentisce coloro i quali sostengono che la poesia è amata da chi la
scrive, da chi la legge. No, la poesia è di chi ama. Non manca nemmeno un inno
alla Lucania, terra nella quale è arrivato anni fa dalla vicina Lecce, che in
una poesia definisce implicitamente unica e straordinaria. Come tutto il suo
libro e la vita di uno dei suoi protagonisti: Antonio Quarta. Al tavolo dei
relatori c’erano anche i giornalisti Carlo Abbatino e Filippo Radogna e Maria
Antonella D’Agostino promotrice dell’evento.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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