POLICORO – La scorsa estate, in piena polemica sul
ridimensionamento dei servizi del locale nosocomio “Giovanni Paolo II”, si
caratterizzò anche per l’opportunità o meno di trasferire il Sert dall’ospedale
di viale Salerno in quelli di via F. Fellini, esattamente dal lato opposto
della città nei pressi di una casa famiglia per minori. I residenti dell’area
contestarono la delibera dell’Asm di trasferimento mettendo in risalto i costi
aggiuntivi intrinseci e la possibilità che venisse messa a rischio la
tranquillità di tutta la zona all’interno della quale ci sono delle attività
produttive, visto che gli utenti di riferimento del Sert (servizio di contrasto
alla tossicodipendenza) sono cittadini con disagi di varia natura. Dopo la
tempesta delle polemiche ci fu la quiete. Una pausa di riflessione. E anche gli
stessi operatori sanitari hanno ammesso l’inopportunità del trasferimento che
allontana i pazienti da tutti gli altri servizi alla persona discriminandoli
dall’accesso diretto ai reparti del
nosocomio. Però il management dell’Asm (Azienda sanitaria di Matera) ha
proseguito imperterrito per la propria strada e resa operativa la delibera.
Così da qualche settimana il Sert ha cambiato sede, con ingresso da via Puglia
nella zona ex Allione tanto per intenderci. E sono ritornate di moda le
polemiche: la prima sul fitto da pagare in un momento di crisi economica e di
tagli indiscriminati alle risorse pubbliche e di conseguenza ai servizi alla
persona; si tagliano posti letto e si chiudono i reparti per poi pagare canoni
di locazione a privati cittadini. Dall’altro il mancato rispetto della privacy
per i fruitori. Da fonti in nostro possesso il fitto pagato dalla collettività
ammonta a 5.000€ mensili che moltiplicati per anni 6 + 6
come le normative contrattuali d’affitto prevedono, corrisponderebbe una somma
notevole e gravosa da far pagare ai contribuenti. Inoltre da segnalare la
carenza di sicurezza che sarebbe messa a rischio. Infatti il Sert è un servizio pubblico del Sistema sanitario nazionale dedicato alla cura, alla prevenzione ed alla
riabilitazione delle persone che hanno problemi conseguenti l'abuso di sostanze
psicoattive (droghe o alcool) che generano dipendenza dalle stesse. Policoro,
oltre ai numerosissimi pazienti, dispone di una propria pianta organica,
definita periodicamente dalla Regione, dove vi sono operatori altamente professionali,
qualificati e specializzati nella dipendenza da sostanze psicoattive: medici, infermieri professionali, educatori professionali, assistenti
sanitari, assistenti sociali, psicologi e personale OTA (Operatore Tecnico per l'Assistenza),
i quali professionisti per la delicatezza della prestazione fornita dovrebbero
essere i primi ad essere tutelati anziché lasciati soli.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano
della Basilicata)
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