POLICORO – Come
di consueto alle porte dell’estate il Veteran Club di Policoro guidato di Luigi
Lavieri inaugura la stagione degli eventi culturali. Gli anni passati tra
aprile e maggio organizzava il raduno Ferrari, però di questi periodi le
macchine di grossa cilindrata è meglio tenerle nei garage con gli ispettori del
fisco pronti a controllare le denunce dei redditi. Così in collaborazione con
il club di Taranto veicoli amatoriali e storici “I Delifini” è stato
organizzato un raduno di macchine d’epoca: Sulle rive dell’alto Jonio “Trofeo
Marco Polo” di tre giorni con una tappa, sabato 19, a Policoro. Partiti dalla
città dei due mari, Taranto, le auto d’epoca hanno fatto tappa venerdì a
Metaponto alla scoperta della Magna Grecia con la visita del museo e delle
Tavole Palatine. Il giorno seguente i piloti si sono recati ad Aliano, terra
dove venne mandato in esilio dal regime fascista Carlo Levi, splendido borgo
medievale, e poi nel pomeriggio si sono nuovamente spostati in riva allo Jonio,
sponda Policoro. Qui sono entrati dall’ingresso Policoro-Sud e sfilato per le
vie centrali della città prima della sosta intorno alle 17:00 in piazza Eraclea
dove un nugolo di curiosi non si è fatto scappare l’opportunità di ammirare modelli
unici di macchine d’epoca e farsi immortalare con un clic della digitale. Il
solito Raffaele di “Linea Dolce” ha offerto loro un buffet e poi si sono
riaccesi i motori per proseguire il percorso che li ha portati a Montescaglioso
domenica 20 con il pernotto all’hotel Magna Grecia nella serata di sabato. “Per
noi –afferma Lavieri- è l’ennesima testimonianza di come il nostro territorio
sia attrattivo con i suoi borghi medievali, la sua costa e la sua storia. Il
viaggio coast to coast Taranto-Policoro è servito anche per rinvangare le
origini comuni di queste due città, senza tralasciare altri municipi dalla
storia millenaria. Questo può essere anche il primo passo per l’organizzazione
di eventi mirati tra le due comunità per intensificare i rapporti culturali che
hanno origini antiche e nobili”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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