POLICORO – Sabato 21 la locale sezione della Fidapa (Federazione italiana donne arte professioni affari) ha organizzato, nella sala consiliare del Municipio jonico, alle 18:00 una tavola rotonda dal tema: “Comprendere il dolore per garantire la qualità della vita, durante l’esperienza della malattia”. Il tema scelto è stato dettato dal fatto che la Fidapa nazionale, come sottolineato durante la tavola rotonda, è scesa in campo direttamente con una propria task force come movimento di opinione sul tema del parto indolore e cure palliative, visto che in Italia le donne hanno molta difficoltà ad ottenere il parto indolore con anestesia peridurale, con notevoli differenze di trattamento economico, ospedaliero, geografico, umano. Pertanto la Fidapa sollecita il Ministro della Salute e il presidente della commissione Sanità del Senato al reinserimento nei Lea (Livello essenziale di assistenza) del parto indolore con anestesia peridurale in modo da riconoscere alle donne il diritto di scegliere di non soffrire, oltre ad aver creato un vasto movimento di opinione sul territorio nazionale per la costituzione di apposite commissioni sulla terapia del dolore e le cure palliative come prescrive la legge 38/2010, secondo la quale le donne devono avere il diritto di accesso alle cure palliative e il diritto di scegliere il parto indolore a tutela della loro dignità, sollecitando anche le Regioni a dotarsi di una legge che vada in questa direzione e oggetto di studio anche nelle università. Inoltre è stato spiegato al folto pubblico presente in platea, da un punto di visto storico come veniva visto il dolore in altre epoche: sensazione che coinvolge tutto l’organismo e le sue funzioni, esperienza emozionale, genera allarme tra il 25% degli italiani, e spesso dettato anche da fattori psicologici. E’ chiaro che la terapia, questo è emerso durante l’incontro, contro ogni dolore sono i farmaci; però non bisogna sottovalutare nemmeno l’aspetto culturale della lotta contro il dolore: dialogo e fiducia tra il medico e il paziente. Da una recente indagine, evidenziata durante i lavori, il 46% delle donne lucane sceglie il parto cesareo perché indolore. Infatti il partoanalgesia presso il nosocomio del San Carlo è monitorato 365 giorni all’anno e 24 ore su 24, disciplinato anche da una legge. Per quanto riguarda poi il nascituro c’è la carta del diritto del bambino. Tra i relatori medici dell’Asm, dell’Asp e dell’ospedale intitolato a Padre Pio di San Giovanni Rotondo, oltre allo stato maggiore della Fidapa regionale e nazionale. Un contributo è stato portato anche dal Direttore generale del Dipartimento salute regionale, Pietro Quinto, e dal neo Direttore generale dell’Asm Giampiero Maruggi.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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