POLICORO – Lo stato maggiore della Coldiretti di Basilicata guidato dal presidente regionale Piergiorgio Quarto e dal Direttore generale Giuseppe Brillante, nella serata di lunedì 23 hanno indetto un incontro tra tutti i soci del sindacato di categoria, nella sede di Policoro guidata da Enzo Padula, per discutere con loro della nuova imposta comunale Imu, introdotta nel Decreto legge “Salva Italia” del Governo Monti di recente approvazione. “Come Coldiretti –hanno sostenuto i due- siamo riusciti a spuntarla sul tavolo nazionale avendo avuto una riduzione del 50% dell’imposta che gli imprenditori agricoli devono pagare sia sui terreni agricoli che sui fabbricati, una sorta di patrimoniale. Prima dell’introduzione di questa tassa, che rientra nel pacchetto del federalismo fiscale, c’era l’Ici (Imposta comunale sugli immobili) e noi eravamo agevolati per il fatto che non pagavamo questa imposta per la stragrande maggioranza dei terreni e per tutti i fabbricati, comprese le pertinenze. Poi le cose sono cambiate e la nuova Imu ha penalizzato oltremisura il settore agricolo di per se già martoriato da calamità naturali, elevata imposizione fiscale, situazione debitoria delle imprese, elevata concorrenza con i Paesi esteri, i tagli alla Pac (politica agricola comunitaria), problemi atavici, cui si aggiungono la recente rivisitazione degli estimi catastali, l’aumento delle accise del carburante, l’incremento delle aliquote contributive. Pensiamo che continuando a tassare i beni strumentali e lo stesso bene principale della produzione agricola, la terra, si danneggia la produzione di questo settore strategico per l’economia nazionale, e di converso non si danno i giusti meriti a chi con questo tipo di lavoro oltre a creare occupazione tutela anche l’ambiente. Per fortuna il Governo nazionale ci è venuto incontro abbattendo l’Imu dal 50%, altrimenti ci saremmo trovati in grossa difficoltà nel far quadrare i conti. Ora però il nostro secondo obiettivo è un altro: incontrare i sindaci e convincerli ad abbassare dal 2x1000 all’1x1000, dunque di un ulteriore 50%, l’Imu in ogni singolo paese e città sempre per terreni e fabbricati agricoli. Questa nostra battaglia l’abbiamo intrapresa per tutelare chi svolge a titolo professionale, continuativo e con professionalità il lavoro di imprenditore agricolo; viceversa per tutti gli altri è giusto che paghino la nuova imposta nella misura prevista dal decreto”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Nessun commento:
Posta un commento