POLICORO - E' un fenomeno sociale strisciante e pericoloso, che spesso attecchisce sulla debolezza umana e sulla mancanza d'esperienza, alimentandosi con il disinteresse delle famiglie. Ma per fortuna non è sempre così, perché sempre più spesso le famiglie collaborano con le forze dell'ordine, portando all'emersione di autentici reati estorsivi e di furto. E' accaduto qualche mese fa a Policoro, dove due giovani poco più che ventenni, hanno obbligato per mesi un 13enne a rubare gioielli e altri valori nella sua stessa abitazione, ai suoi familiari, per poi rivenderli e trarne profitto “pulito”, ovvero senza sporcarsi le mani in prima persona. Al ragazzino, evidentemente debole sotto il profilo psicologico, restava qualche gioco elettronico per pc o Playstation, ma certamente anche tanta frustrazione e paura. Un circolo vizioso interrotto dall'intuito della sorella della vittima, che ha notato un ammanco nel suo portagioie, senza constatare tentativi di furto con scasso. Allora sono iniziati i piccoli interrogatori del fratello, che intanto aveva perso la serenità e negli ultimi tempi aveva persino paura di uscire di casa. Così, dopo alcuni giorni di pressing, il 13enne è crollato raccontando tutto. I familiari si sono immediatamente rivolti
alla Polstato di Scanzano Jonico, che ha avviato le indagini muovendosi soprattutto sui Compro Oro della zona, spostandosi fino alla città di Taranto. I risultati non si sono fatti attendere, perché fortunatamente i negozi ispezionati per primi avevano osservato la legislazione in materia, registrando il documento di identità di chi ha portato l'oro e trattenendo i pezzi per dieci giorni prima di scioglierli. Un fatto che ha consentito agli agenti di recuperare refurtiva per circa 1.500 euro, su un giro complessivo stimato di 4.000, ma soprattutto di individuare i responsabili della ricettazione e dell'attività estorsiva,
per i quali il pubblico ministero Annunziata Cazzetta ha chiesto l'arresto in regime dei domiciliari per entrambi. Si tratta del 20enne policorese M.G., già arrestato ad aprile sempre per aver costretto un minore a rubare nella propria abitazione, oggi accusato di estorsione, furto aggravato e induzione di minore a commettere reato in continuazione; l'altro arrestato è D.P., 25 anni sempre di Policoro, accusato di ricettazione. Il Giudice per le indagini preliminari, Rosa Bia, ha accolto la richiesta di arresto, considerata la pericolosità sociale dei due soggetti. Quest'ultimo è stato fermato l’altro giorno anche per evasione, in quanto incurante della misura restrittiva, era andato tranquillamente a giocare
la sua partina di pallone al campo della chiesa del Buon Pastore. Il 13enne era stato agganciato ad aprile nei Giardini Murati, forse perché individuato come soggetto più debole degli altri, e le vessazioni con i furti sarebbero andati avanti almeno per due mesi, sino alla fine di giugno, quando la Polizia, al comando del dirigente Roberto Cirelli, ha chiuso il cerchio. I risultati dell'interessante operazione sono stati illustrati ieri in Questura, alla presenza dell'ispettore, Donato Leone, e del dirigente Luisa Fasano. L'appello della Polizia è rivolto soprattutto alle famiglie, chiamate a vigilare sui comportamenti dei figli adolescenti ed a rivolgersi tempestivamente alle forze dell'ordine, per stroncare sul nascere fenomeni delinquenziali tanto diffusi quanto sotterranei, come questo emerso nelle scorse settimane proprio grazie alla collaborazione della famiglia.
fonte
Il Quotidiano della Basilicata
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