Non c'è fine allo strazio che si sta consumando intorno alle indagini per la morte di Luca Orioli e Marirosa Andreotta, i fidanzatini di Policoro trovati cadavere 23 anni fa nel bagno dell'abitazione della ragazza. Alla luce della perizia medico-legale del professor Francesco Introna, che dopo la riesumazione del 17 dicembre 2010 è tornato a indicare nell'avvelenamento da monossido di carbonio la causa della morte, uno scarno fonogramma inviato alle famiglie tra venerdì e sabato, comunicava che stamane alle ore 10 le salme saranno trasferite dal reparto di Medicina legale a Bari al cimitero di Policoro, dove verosimilmente dovranno essere nuovamente tumulate. Un fatto sconcertante, se si pensa che lo scorso 25 luglio la difesa di Olimpia Fuina, madre di Luca, aveva presentato al pm inquirente della Procura di Matera, Rosanna De Fraia, una controperizia che sconfessa con argomentazioni scientifiche molto qualificate, modalità operative e conclusioni cui sono giunti i periti del tribunale. Una controperizia a cui la Procura, ad oggi, non ha ancora dato alcuna risposta, mentre con scarsissimo senso del rispetto umano, il reparto di Medicina legale di Bari si dovrà “liberare” di quelle salme, su cui ormai sono state esperite tutte le operazioni necessarie. Un autentico pacco da rispedire al mittente, quando ancora non si sa (o almeno non lo sanno le parti) se il pubblico ministero ha formulato una qualche richiesta al Giudice per le indagini preliminari, Rosa Bia. Quindi, ad oggi, si rischia di dover tumulare i poveri resti di Luca e Marirosa, salvo poi riesumarli nuovamente qualora il Gip dovesse ricevere ed accogliere la richiesta della difesa di Luca, sostenuta dall'avvocato Francesco Auletta e argomentata da tre luminari del settore, ovvero i professori Lorè, Mastrangelo e Barbucci dell'università di Siena. L'avvocato Auletta conferma di non aver avuto alcun riscontro alla sua richiesta di rifacimento degli esami tossicologici ed autoptici, mentre si è comunque deciso di riportare le salme al cimitero. Cosa significa quello che avverrà stamane? E' il prodromo di una archiviazione? Il Gip è a conoscenza della richiesta della difesa di Olimpia Fuina? Qual è stato, se c'è stato, il riscontro da parte del pm all'argomentata sconfessione della perizia del professor Introna e della sua assistente Simona Corrado? E' normale che si disponga la restituzione delle salme prima di aver deciso se proseguire o meno con nuove indagini? Poi, che ne sarà dei vestiti di Luca, ritrovati misteriosamente a La Sapienza ed ancora non analizzati? Si può chiudere l'indagine senza averlo fatto? L'unica risposa a queste domande è il trasferimento delle salme a Policoro, segno che non c'è decisione. Ci chiediamo se sia umano consentire che queste povere salme siano nuovamente chiuse nelle loro nicchie, senza sapere con certezza se vi resteranno per sempre, con un evidente buco di giustizia, per non aver fatto il tutto e per tutto verso la verità. Un paradosso tumularle oggi, senza una decisione definitiva del giudice; una probabile grave sottovalutazione della controperizia presentata dalla difesa, qualora sia già pronto il nuovo provvedimento di archiviazione. Sullo sfondo il dolore di una madre, Olimpia Fuina, che in questi 23 anni si è praticamente dissanguata (economicamente e fisicamente), per scoprire la verità scientifica che oggi ancora non c'è. Il movimento bernaldese “Cittadini Attivi”, di cui Olimpia è presidente onorario, contesterà con forza la nuova tumulazione ed annuncia azioni eclatanti per impedire l'ingresso nel cimitero di Policoro, «per ostacolare -spiegano- questa ulteriore ingiustizia e questo ennesimo tentativo di depistaggio e insabbiamento». «Se i magistrati della Procura di Matera hanno una coscienza -ribadisce Fuina- non possono chiudere il caso senza questo importante tassello: nuovi esami con le recentissime tecniche scientifiche».
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
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