giovedì 17 novembre 2011
Genesis sul servizio di asilo nido "Linus"
Lunedì scorso presso l’asilo nido comunale “Linus” c’è stata una protesta da parte delle ex maestre che chiedevano di essere riassunte dopo il cambio di gestione, previo avviso pubblico, triennale che vede il consorzio di cooperative sociali “La città essenziale” essersi aggiudicato il servizio per i prossimi tre anni. Sulla vicenda la cooperativa Genesis, consorziata nella “Città essenziale” che gestisce direttamente il nido pubblico, dopo lo sciopero interviene: “Il blocco dell'ingresso dell'asilo ha creato dei gravi disagi ai genitori ed ai bambini, nonostante le richieste degli stessi genitori che chiedevano di far entrare i piccoli, viste anche le condizioni climatiche poco favorevoli, rispondendo loro di riportarsi i figli a casa. Non avevano assolutamente bisogno di agire in tal modo poichè la cooperativa aveva già avuto un incontro con il loro sindacalista comunicando, in tale sede, a quest'ultimo e telefonicamente alle stesse la disponibilità ad incontrarsi per discutere della loro eventuale assunzione soprattutto in funzione dei nuovi iscritti (eventi ufficializzati in una comunicazione inviata a tutte le parti interessate, compreso il sindacato ed il consorzio nei giorni scorsi). La loro pretesa è stata quella di essere assunte già da lunedì, ma la nostra cooperativa in questo momento in base al numero di iscritti non è in grado di assorbire altro personale. Tale scelta educativa è stata dettata da una migliore gestione della struttura non potendo accettare l'alternanza (come avvenuto precedentemente) di operatori ogni due o tre ore, cosa che destabilizza, a nostro avviso, i bambini. L’organizzazione e gestione del personale sono compiti attinenti all'autonomia aziendale del consorzio e della cooperativa. Noi abbiamo proceduto con l'assunzione del personale precedentemente assunto dalla passata gestione. La protesta ingiustificata dell’altro giorno con tutte le conseguenze scaturite, non fa altro che ledere la cooperativa per la quale intendono lavorare le contestatrici e destabilizzare il servizio che invece avrebbe bisogno di essere promosso anche per la loro eventuale assunzione senza indisporre i genitori che si sentono accusati ingiustamente”.
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