Sindacati di categoria lamentano promesse non mantenute sul Piano
POLICORO - Consorzio di bonifica di Bradano e Metaponto, i sindacati sono preoccupati e chiedono alla Regione, misure strutturali e urgenti per rilanciare l'ente, a partire dal personale avventizio da stabilizzare. «Al presidente Carriero diciamo: Svegliati. -si legge in una nota congiunta- Intanto martedì 8 novembre saremo in assemblea generale dei dipendenti». Le segreterie aziendali di Flai Cgil, Fai Cisl e Filbi Uil del Consorzio, ancora una volta, sono costrette a denunciare l'annosa situazione dell'Ente, relativamente alle problematiche da anni denunciate e mai risolte, «con il beneplacito della Regione -spiegano- che annuncia provvedimenti ed atti che puntualmente disattende. Uno per tutti ricordiamo il comunicato stampa dell'ex assessore all'Agricoltura, Vincenzo Viti, confermato dal presidente della Giunta regionale, che nel maggio 2009 annunciavano l'approvazione della legge per il riordino degli Enti regionali in agricoltura, compresi i Consorzi di bonifica di Basilicata. L'arrivo del nuovo assessore al ramo, Vilma Mazzocco, seguendo la scia dei sui predecessori Fierro, Falotico e Viti, annunciava riforme importanti e l'approvazione della legge di riordino dei Consorzi, ma ad oggi nulla di concreto è stato fatto. A tal proposito –proseguono i sindacati- ricordiamo gli impegni presi sempre dall'assessore Mazzocco alla presenza di numerosi consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione, in data 5 ottobre 2010 1'assemblea dei lavoratori del Consorzio, tenutasi in occasione della protesta manifestata presso la sede della Regione, con cui lo stesso assessore si impegnava a risolvere le annose problematiche dell'ente, garantendo la sua presenza presso la sede del Consorzio nei giorni a seguire, cosa mai avvenuta. Cosi come non si sono effettuati i promessi incontri da parte dello stesso sulle problematiche specifiche riguardanti il Consorzio, al fine di dare risposte concrete alla paralisi gestionale che lo attanaglia». Infatti, l'Ente è coperto della figura del direttore generale ormai da numerosi anni; attualmente tutti i servizi sono affidati alla reggenza ad interim di un solo dirigente e molti uffici sono chiusi con conseguente disservizio all' utenza; il personale impiegato è lasciato nel totale abbandono e l'attuale gestione assume le sembianze di una gestione di tipo "padronale", con puntuale disattesa degli obblighi contrattuali; il personale operaio è ridotto al lumicino e nonostante gli sforzi del personale, i servizi, «in tale situazione –spiegano i sindacati- non corrispondono alle aspettative dell'utenza e ben sappiamo il ruolo fondamentale che il Consorzio ricopre per prevenire gli allagamenti e straripamenti a seguito delle alluvioni. Inoltre, nonostante le promesse fatte nel tempo da parte sia dell'amministrazione consortile che da parte della Regione, a tutt'oggi in presenza di una reale esigenza, le unità avventizie non sono state ancora
stabilizzate, con grave ripercussione sulla gestione del territorio in cui opera l'ente. Inoltre le proteste dei lavoratori precari intraprese nel febbraio 2011 e sospese in segno di solidarietà nei confronti degli agricoltori alluvionati del 1 marzo 2011, anche a seguito delle assicurazioni assunte dal presidente dell'ente, Angelo Carriero, circa la stabilizzazione di una parte di questo personale, ad oggi non hanno trovato soluzione. Ancora oggi l'amministrazione Carriero, nonostante le numerose richieste di incontro avanzate da Fai Cisl, Flai Cgile Filbi Uil, di sollecitare i provvedimenti deliberativi atti alla stabilizzazione del personale precario, non ha ancora dato la propria disponibilità. Ricordiamo che i dipendenti continuano a vivere una situazione drammatica e incerta, essendo costretti a combattere ogni mese per ottenere il dovuto stipendio; che la debitoria complessiva ammonta a circa 15 milioni di euro e senza un Piano di rientro plausibile ci porta direttamente al fallimento. Logicamente tale situazione complessiva non permette di mettere in atto attività di programmazione e progettazione, anche in presenza di numerose opportunità di finanziamento per adeguare e migliorare le strutture ormai obsolete di cui il Consorzio dispone, evidenziamo inoltre che il 31 dicembre 2010 la Regione ha di fatto restituito alla Comunità europea circa 12 milioni di euro destinati ai Consorzi di Bonifica per mancanza di progettualità. Per tutte queste motivazioni come organizzazioni denunciamo se l'atteggiamento di totale indifferenza ad affrontare con rapidità le problematiche da parte della Regione è determinato, da una "regia occulta" atta a svuotare l'ente, dalle prerogative per cui è nato ed ha negli anni prodotto una florida economia dell'intera Regione. I 170 lavoratori del Consorzio -fanno sapere ancora i sindacati- lotteranno con tutte le loro forze e non si arrenderanno mai in questa battaglia, affinché questo Ente continui a chiamarsi Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto.
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
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