POLICORO – Da un lato la dirigenza dell’Asm rassicura tutti che il nosocomio di viale Salerno del centro jonico rimane un ospedale d’eccellenza, anche da potenziare con l’inaugurazione del nuovo Pronto soccorso e nuovi piani per migliorare l’offerta sanitaria; dall’altro ci sono gli stessi operatori del nosocomio di Policoro che a più riprese sostengono che il “Giovanni Paolo II” farà la stessa fine di Tinchi. Dov’è la verità? Gaudiano in una conferenza stampa di ieri (8 marzo) ha snocciolato i suoi dati, gli operatori sociali ne hanno altri. Eccoli: “Con l’accorpamento delle Asl di Montalbano a quella di Matera, Policoro ha visto ridotti 89 posti letto nei vari reparti. Più nello specifico nell’area medica c’è un’ala chiusa nonostante le dichiarazioni ottimistiche della dirigenza; quella chirurgica ha anch’essa un’ala chiusa e non si sa se sarà aperta e come utilizzata. Nel reparto di Ortopedia ci sono cinque medici, pochi per un' utenza che copre tre regioni a cui si aggiunge la mancanza di attrezzature per gli interventi di protesi al ginocchio, con il servizio di litotrissia sospeso. Nei mesi scorsi è di dominio pubblico lo spostamento della fisioterapia a Tinchi, a fronte di 40 mila prestazioni a Policoro, dove non si sa ancora chi deve svolgere le prestazioni visto che la società Stella Maris al momento è inesistente. Si priva Policoro di un servizio vitale per portarlo a Tinchi mal collegato con i Comuni dell’entroterra. Nemmeno –continuano gli operatori- il reparto di Psichiatria gode di ottima salute: da 8 posti letto siamo passati a 4 non sufficienti a soddisfare le numerose richieste. Nella Cardiologia si vogliono chiudere tre posti letto a fronte di una popolazione che invecchia sempre di più e con l’incidenza delle malattie cardiovascolari che aumenta sempre molto e ridurre l’Utic a soli 4 posti letto dove includere i ricoveri per impianti di Pace Maker e defibrillatori”. A questa sforbiciata non sono seguiti, sempre secondo loro, l’attivazione degli ambulatori territoriali per lo scompenso cardiaco e l’assistenza domiciliare è debole con 7000 pazienti circa. Il servizio di radiologia è mobile con due visite al mese; 12 infermieri e 21 Oss in meno; il tutto in un quadro di mancata concertazione tra vertici e periferia dell’Azienda sanitaria che ridimensiona di fatto l’ospedale di Policoro nei reparti e nelle unità lavorative relegandolo non a presidio sanitario di eccellenza, ma mortificandolo ad ospedale di prossimità abbandonato da tutti”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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