domenica 20 marzo 2011
La sofferenza di K. Wojtyla nel libro: “L’uomo dinanzi al dolore”
POLICORO – Il 2 aprile del 2005 spirava il papa buono, Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II, dopo 26 anni di pontificato. Il primo maggio del 2011 sarà dichiarato beato e prima delle celebrazioni liturgiche di Santificazione, la sua vita è stata raccontata nel libro: “L’uomo dinanzi al dolore” nella sala convegni di Padre Minozzi sabato 12 marzo. Nel libro scritto dal sacerdote Don Silvio Longobardi, che svolge la sua missione pastorale a Nocera Inferiore (Campania), viene posta l’attenzione sulla sofferenza, che ha accompagnato Giovanni Paolo II nei suoi ultimi mesi, la quale dona speranza e coraggio come cattedra di vita nei confronti di tutti coloro che sono affetti da malattie o vivono nel dolore. Il libro si divide fondamentale in tre parti: nella prima si rilegge la storia del Papa Wojtyla; nella seconda si pone l’interrogativo sull’esperienza del dolore e si dà una sua lettura pubblica; nella terza si narrano gli orientamenti pastorali. Inoltre lo scritto nasce anche da due esperienze indirette vissute dal suo autore, presente all’incontro, una delle quali con un giovane di nome Simone: “che ha voluto la bozza –dichiara- di questo libro quando l’ho incontrato al Don Gnocchi di Milano. Il senso del libro è quello di raccogliere testimonianze e comunicare mettendo insieme tante esperienze di frammenti di vita per formare poi un mosaico che è il testo stesso. Giovanni Paolo II è stato il mio maestro e la malattia che lo ha accompagnato negli ultimi mesi della sua vita terrena lo ha avvicinato ancora di più alla gente, ed essa è una testimonianza di vita intensa piena della sua missione di vicario di Dio in terra”. Poi il sacerdote ha ricordato le origini del protagonista del suo scritto in Polonia, soprattutto durante l’occupazione nazista, e del subito attentato del 13/5/1981 per mano di Alì Agca. Anche Mons. Francesco Nolè, vescovo della diocesi Tursi-Lagonegro, ha tratteggiato la figura del Papa ricordando a tutti l’importanza che egli riponeva nella giornata della vita, da pochi giorni celebrata in tutta Italia, e di un martire del regime nazista: Massimiliano Kolbe, passato alla storia come martire della carità. Poi un cenno alla lucana Antonietta Raco, miracolata a Lourdes, e ora impegnata nell’aiutare il prossimo, chi soffre: “Chi non ha una sofferenza scagli la prima pietra”. Il ricavato della vendita del libro servirà per la costruzione di un centro di formazione giovani, intitolato proprio a Giovanni Paolo II, di Koupèla in Burkina Faso. L’incontro è stato presentato da Lidia Lanzione.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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