giovedì 3 marzo 2011

Il ’68 visto da Vincenzo Camerino nel suo libro: “Utopie dal ‘68”





POLICORO – Per molti il ’68 ha rappresentato l’unico mezzo per raggiungere il potere sovvertendo l’ordine democratico delle urne: manifestazioni di piazza con a capo cortei di studenti e operai, i quali a gran voce volevano cambiare il mondo: la fantasia al potere, era il motto predominante di quell’epoca. A più di quarant’anni Vincenzo Camerino nel suo libro, scritto insieme a Pasquale Martino e Silverio Tomeo: “Utopie dal ‘68”, ne rilegge gli eventi di chi ha vissuto in prima persona quel periodo. E lo ha fatto nella biblioteca comunale “Massimo Rinaldi” sabato 26 febbraio davanti ad un uditorio di giovani vogliosi di conoscere un passato che non hanno vissuto, e nostalgici di un periodo che non tornerà più, secondo lo stesso Professore: “Il ’68 è stato un anno di rivolte non solo in Italia ma anche in Europa. Questo moto perpetuo nasce dai ceti più semplici della società civile, quelli che “avevano fame” in un momento non di crisi economica, ma viceversa di congiuntura favorevole. Da lì nasce anche quello che poi negli anni ’70 diventerà il terrorismo: cambiamento con la forza. Nemmeno gli stessi partiti tradizionali sapevano interpretare politicamente quella voglia di cambiamento sociale che richiedevamo, nemmeno lo stesso Pci forte nella sua organizzazione interna ma poco incline a saper leggere l’evoluzione della società e delle sue relazioni. Oggi un ritorno al passato non è possibile poiché la forza del capitale è più forte della politica. Allora non si voleva essere subalterni al capitalismo oggi invece con nulla lo si può combattere. Per noi sessantottini quei moti erano anche libertà dei sentimenti e dalla cappa dei nostri genitori, in una visione della vita etica e non libertina. Di quel secolo le uniche due rivoluzioni, oltre a quella del ’68 è stata quella del 1917, la conquista comunista. Non ci sono stati grandi personaggi, ma grandi movimenti collettivi che hanno trovato nel cinema il loro riferimento che anticipava la realtà dei tempi”. Il Prof. Antonio Quarta ha curato la presentazione, mettendo sotto la lente di ingrandimento come nel libro del docente universitario di Lecce non solo l’aspetto politico del ’68, ma anche quello letterario e del cinema appunto. Osvaldo Marano ha raccontato quegli anni forte della sue esperienza in fabbrica, all’Eni, mentre i sindaco facente funzioni del Comune di Policoro, Rocco Leone, ha ricordato come quegli anni sono stati uno snodo importante per l’Italia, la cui onda lunga ha contagiato i decenni successivi ma anche ha aiutato il Paese a rafforza la sua democrazia. La direttrice della biblioteca, Angela Delia, ha fatto gli onori di casa.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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