POLICORO- Dalla casalinga che non si vede retribuito il proprio lavoro di custode della casa, al pensionato la cui pensione serve a stento a pagare le medicine passando attraverso gli occupati che non arrivano a fine mese, precari e inoccupati che vedono il futuro sempre più nero. La febbre del Win of Life contagia proprio tutti. Il nuovo gioco dello Stato introdotto per far cassa come i suoi simili non ha tradito le attese. Fuori i punti del centro jonico dove è possibile giocare, tabacchini e bar, c’è la fila come quando durante il ventennio fascista per avere un tozzo di pane ci si metteva in fila con la tessera ben visibile. Oggi in mano c’è la schedina dei dieci numeri della vita. Non che te la cambino per carità. Infatti siamo lontani dai montepremi di 100 milioni di euro e passa del Superenalotto, però è proprio com’è stato congegnato ad aver scatenato gli istinti dei cittadini a voler avere una vita tranquilla per i prossimi venti anni senza grossi patemi d’animo nella gestione di mega vincite. Quattromila euro al mese non sono pochi e consentono, soprattutto in un periodo di vacche magre, di potersi togliere qualche sfizio e di mantenere nello stesso tempo anche la famiglia. Per chi ce l’ha. In un tabacchino del quartiere Italia, ex II piano di zona, in una settimana sono circa 4000 gli avventori che cercano nelle estrazioni quotidiane la decina magica che non ti condiziona la vita, ma te l’alleggerisce di parecchi problemi. E infatti è proprio questa la molla che è scattata nella psiche dei giocatori. E se li moltiplichiamo per altri punti dislocati sul territorio di Policoro la massa di denaro accumulata dall’Erario e di giocatori che tentano questa nuova fortuna è veramente notevole. Al venti ottobre per avere dei riferimenti numerici più certi la raccolta nazionale è stata di 157 milioni di euro nei primi ventuno giorni. Una cifra da capogiro che ingigantisce anche la crisi economica che sta attraversando il Paese. Infatti è proprio durante la congiuntura negativa che la gente si riversa maggiormente a tentare la sorte ritenendola, erroneamente, l’unica via d’uscita ai loro problemi. Luigi Einuadi la chiamava la “tassa sui sogni”, quella più amata dagli italiani che mette tutti d’accordo: ricchi e poveri, maggioranza e opposizione, con gli italiani che in un solo giorno spendono complessivamente 7,5 mln per il Win for Life, i cui 53 premi ventennali sono stati così distribuiti fino a pochi giorni fa: 31 da 4mila euro al mese, 12 da 2 mila euro, 6 da 1.333 euro e 4 da 1.000 euro l'uno, per un totale di poco meno di 160 mila euro complessivi di vincite elargite su 157 milioni di euro totali giocati. Capite bene dall’entità dei numeri di come in Italia il gioco sia la sola speranza di una vita migliore. Le regioni del Sud hanno ottenuto 21 premi su 53, del Nord 18, del Centro 14,
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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