La fede autentica non dovrebbe alimentarsi di feticci, ma quando si parla di uomini che hanno lasciato il segno nella storia, ogni regola viene stravolta dall’imponenza dell’esempio. Soprattutto se parliamo dell’indimenticato papa, prossimo beato, Giovanni Paolo II, il cui letto d’ospedale accoglie da alcune settimane altre anime sofferenti, manco a dirlo proprio nella struttura sanitaria di Policoro, intitolata al Santo Padre. La notizia, che qualcuno potrebbe considerare una vuota leggenda metropolitana, è stata accertata e accreditata dai volontari di Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato di Policoro, che confermano: quello è il letto del Policlinico Gemelli a Roma, utilizzato per accogliere gli ultimi giorni e le sofferenze del papa, prima della morte avvenuta alle 21 e 37 del 2 aprile 2005, presso il Palazzo Apostolico del Vaticano. Si tratta di un apparecchio multifunzionale offerto dalla ditta “Hill-Room” di Roma e gestito attraverso la ditta “Betafin” di Matera. Il letto oggi allevia le sofferenze di un’anziana paziente dell’età del papa e sembra che, nella sua breve peregrinatio dal Gemelli al policlinico di Bari, fino alla città jonica, abbia accolto solo persone di quella età. La notizia in sé non meraviglia tanto per la sua straordinarietà, se non fosse proprio per queste tante coincidenze (il nome dell’ospedale e del papa beato; l’età dei pazienti coincidente con l’illustre paziente precedente; l’itinerario del letto, passato da Roma a Bari e poi proprio a Policoro), che devono essere associate alla delicatezza del luogo in cui il letto ha concluso il suo percorso. La Rianimazione di Policoro, in tanti anni di osservazione all’interno dell’ospedale, non ha mai fatto registrare da parte degli operatori Tribunale dei diritti del malato alcuna lamentela o disservizio, questo grazie al lavoro costante fatto di professionalità e umanità dello staff che vi opera, dal primario dottor Panetta, i medici Mazzarella, Maratea, Castelluccio, Salomone, Perciaccante e Cursano; gli infermieri e gli operatori sanitari. Cittadinanzattiva, interessata dal Quotidiano sulla notizia, vuole riconoscere a tali operatori «il merito di aver saputo offrire 120 prestazioni di qualità, nonostante si disponesse di soli tre posti letto –fanno sapere dall’associazione per la tutela dei pazienti- Sicuramente il fatto che nell’ospedale di Policoro vi sia il letto di Giovanni Paolo II offre uno spunto di riflessione sullo stato di malattia e sofferenza delle persone e l’esempio di come questo straordinario papa lo abbia gestito, deve essere occasione di speranza per tutti». Gli operatori del Tdm di Policoro saranno presenti il prossimo 1 maggio a Roma, per la solenne cerimonia di beatificazione di Papa Wojtyla. Una notizia che dà speranza anche alla comunità di Policoro, già prese con una lotta civile per la salvaguardia del presidio ospedaliero, dove alle nobili intenzioni ostentate dalla dirigenza generale dell’Azienda sanitaria, fanno da contraltare gli evidenti tagli al personale medico e infermieristico, dagli anestesisti ai radiologi, fino ai responsabili di reparto. Un ospedale che serve l’importante comprensorio jonico calabro-lucano e sta cercando di uscire con fatica dalla caduta di prestigio conseguente alla recente morte di una donna bernaldese, dopo aver partorito i suoi gemelli. Da oggi, si spera, il beato Giovanni Paolo II veglierà sul futuro del presidio ospedaliero e sui suoi pazienti. Chi sarà costretto, suo malgrado, a curarsi su quel letto della Rianimazione, avrà certamente un conforto spirituale in più, per superare la sua sofferenza.
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
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