Gianni Fabbris di Altragricoltura e Domenico Lence, portavoce del Comitato per la difesa delle Terre Joniche hanno seguito oggi i lavori del Consiglio regionale di Basilicata che ha deciso a maggioranza di dare il via libera per l’azione presso la Corte Costituzionale di incostituzionalità delle norme previste nel decreto mille proroghe che introducono il criterio per cui ogni regione dovrebbe fare fronte alzando le tasse e l’accisa sui carburanti ai maggiori costi derivanti da eventi e catastrofi ambientali.
Nella lettera che il Comitato aveva inviato al Consiglio ed al Presidente della Regione avevamo definito come un atto importante quello che il Presidente della Regione De Filippo aveva annunciato nei giorni scorsi, un elementare atto di responsabilità nei confronti dei cittadini lucani colpiti dall’esondazione dei fiumi del 2 marzo scorso che hanno tutto il diritto di vedere riconosciute le loro aspettative al pari di quanti negli anni scorsi (e non solo i veneti) hanno già avuto riconosciuto.
Fabbris e Lence, al termine del dibattito in consiglio regionale hanno rilasciato la seguente dichiarazione: “Bene l’azione di costituzionalità, un atto istituzionale dovuto per cui non ci saremmo aspettati di meno dalla nostra Regione, che peraltro lo adotta insieme ad altre regioni discriminate nello stesso modo e che già hanno agito, restiamo piuttosto perplessi dall’occasione persa di un voto non unitario; ci saremmo aspettati il concorso di tutti i consiglieri che avrebbero avuto tutto il diritto di differenziarsi nelle motivazioni ma avevano il dovere di dare un segnale di unità che tutti aspettavamo e per cui va recuperato già nei prossimi giorni un lavoro comune che intervenga nei confronti di tutte le sedi istituzionali e politiche per risolvere gli enormi problemi aperti a due mesi di distanza dal 2 Marzo”. Problemi che incombono come continuiamo a segnalare da settimane e che vanno risolti con urgenza con scelte istituzionali e politiche. Quando la parola passa ai tribunali, purtroppo, il segnale di fallimento della politica è incombente e la politica di cui abbiamo bisogno è quella che da le risposte alle centinaia di aziende e di famiglie colpite dall’esondazione e che oggi non hanno le risorse per poter ripartire nel lavoro e nella produzione. Occorre aprire il contenzioso con il Governo nazionale con forza ed in maniera unitaria ma occorre, anche, trovare i modi per far fronte alle urgenze ed evitare il rischio di danni ulteriori come quelli provocati dalle banche che stanno revocando i conti alle aziende colpite. Continuiamo a chiedere con urgenza che ci siano due iniziative immediate e concrete: la convocazione di un tavolo con l’ABI per concordare modalità di relazione fra sistema bancario ed imprese e famiglie colpite compatibili con gli eventi calamitosi e l’approntamento di un piano che fornisca ai soggetti colpiti anticipazioni garantite da un fondo costituito con risorse regionali. Sono due richieste che avanziamo fin dai primi giorni e che permetterebbero ai cittadini colpiti di capire che si esce dalla navigazione a vista per entrare in una fase concreta in cui è possibile pensare positivamente al futuro nel Metapontino.
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