POLICORO – Sono iniziati il 2
gennaio i saldi in Basilicata, materia questa di competenza della Regione, una
delle prime a far partire gli sconti in Italia. Nel centro jonico in pochi si
sono accorti del ribasso dei prezzi per l’acquisto di abbigliamento e scarpe
almeno a girare per le vie principali della città. Colpa della crisi economica?
Se così fosse proprio in virtù dei saldi le attività commerciali dovrebbero
essere prese d’assalto. E invece così non è. Sicuramente di liquidità ce n’è
poca in questi periodi con le tredicesime volatelizzatesi in pochi giorni tra
la scadenza della 2/3 rata dell’Imu (Imposta municipale sugli immobili) e
pagamenti legali e morali obbligatori vari tra cui: utenze, regali natalizi e
per i più fortunati con qualche altro risparmio messo da parte nell’anno si
paga il bollo auto per il 2013. Però è troppo superficiale nascondersi dietro
la parola crisi, buona per tutte le stagioni e troppo inflazionata in tutti i
settori. Forse sarebbe il caso di rivedere la normativa che regola la materia
dei saldi. Infatti i commercianti più scaltri possono applicare sconti sui
propri prodotti in qualunque periodo dell’anno. In Puglia, Bari, ad esempio ci
sono addirittura negozi di vicinato che tengono i prezzi bassi dodici mesi
l’anno evitando poi di fare lo sconto all’atto dell’acquisto da parte
dell’utente. Quando poi si fidelizza la clientela lo sconto speciale lo si
applica a prescindere dal periodo. Per questi motivi il periodo dei “saldi” è
passato di moda se non per qualche rimanenza di magazzino. Oltretutto, almeno a
Policoro, le associazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti in testa,
sono latitanti nel formulare proposte e assistere i soci; basti pensare che la
porta della prima è sempre chiusa mentre della seconda non si hanno più notizie
da anni. Da qui il far west nel quale vige il commercio cittadino che ha
disorientato gli addetti ai lavori e cittadini. Ecco perché ognuno fa quel che
crede.
Gabriele Elia
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
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