POLICORO – Il 2011 è il settimo anno della morte di Mario Milione. A ricordarlo i necrologi affissi in città. Già perché quasi tutti, eccezion fatta per i familiari, se ne sono dimenticati. Milione fu trovato morto carbonizzato in un’ autovettura in una contrada tra Ginosa Marina e Castellaneta mentre rientrava da Taranto. Da subito si parlò di regolamento di conti all’interno della malavita tra esponenti locali e pugliesi dovuti allo spaccio di droga. Per molti di essi Taranto è sempre stata una città di riferimento per questi traffici illeciti e molti Comuni della Lucania sono infestati di polvere bianca, anche quelli dell’entroterra abbondanti a sé stessi dalla lontananza dai maggiori centri urbani, da presidi statali chiusi o accorpati e soprattutto dalla mancanza di lavoro. Così la devianza la fa da padrona. Ma al di là degli aspetti sociologici la vicenda di Mario Milione rimane uno dei misteri di questa regione. A differenza di tutti gli altri però di Milione non se parla. Come se esistessero morti di serie A e morti di serie B. Gli inquirenti non hanno cavato un ragno del buco sul mandante ed esecutore materiale del potenziale delitto: sia le forze dell’ordine del tarantino e sia la locale Compagnia dei Carabinieri di Policoro non sono risaliti a nulla. Ma quello che desta maggior preoccupazione è il silenzio che da sette anni regna intorno a questa morte. E nemmeno i paladini della verità e della giustizia di questa terra, radunati in associazioni che non perdono tempo ed occasione, giustamente, per ricordare ad ogni anniversario con manifestazioni coloro che non ci sono più per cause inspiegabili, si sono mossi per organizzare una fiaccolata, un sit-in o altri eventi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. E non si sono fatti impietosire nemmeno dalle grida di dolore lanciate in questi anni dai familiari di Milione. Così a ricordarlo ci sono soltanto i freddi manifesti fino a quando non saranno coperti.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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