POLICORO – Ha un nome: Payca Aprelska Rayisa la donna di nazionalità ucraìna trovata con varie ferite al corpo nella zona Madonnella di Policoro giovedì sera 7 ottobre da una macchina di passaggio. Mercoledì è stata dimessa all’ospedale dopo le cure dei sanitari del “Giovanni Paolo II” ma sull’evoluzione dei fatti c’è qualcosa di poco chiaro. Lei infatti sostiene di essere finita con la sua bicicletta in un canale di via Liborio Romeo procurandosi delle ferite. Però per una settimana intera non ha proferito parola. Muta come un pesce. Anche la ricerca di alcuni connazionali dove sarebbe stata ospitata, Nova Siri, non ha dato grande esito per le indagini chiuse come un semplice incidente. Tra di loro sembra che regni l’omertà. La donna si è recata ieri nella caserma della Polizia locale di Policoro per chiedere indietro il velocipede, ma quando le è stato risposto dal capitano Antonio Labate che doveva fornire un documento la donna è rimasta basita. Gesticolando ha fatto capire di non averne uno, comportamento che avrebbe tenuto anche durante la degenza nel presidio sanitario dato che non ha spiccicato una parola. Quando però i vigili le hanno comunicato che non avrebbe ricevuto la bicicletta se non dietro presentazione del documento la donna non sapeva più cosa fare. A nulla è valsa la mediazione di altri connazionali “complici” della donna nel non fornire le generalità dell’ospitata in casa loro. Così dopo un tira e molla le è stata effettuata una perquisizione e nel fondo della borsa che portava con sé è stato trovato il documento: un passaporto. Confermata la nazionalità, ucraìna, mentre gli anni sono 65. A questo punto il quadro della situazione si è fatto un po’ più chiaro poiché sapendo nome e cognome i vigili non ci hanno messo molto tempo a fare i dovuti riscontri del caso e risalire ai motivi per i quali la donna era a Policoro: aveva effettuato un periodo di prova presso una delle famiglie più in vista del centro jonico come badante per stabilizzarsi dopo a Nova Siri nello stesso settore. Tuttavia la donna nel richiedere indietro il suo mezzo di locomozione ha fatto capire di voler tornare in patria partendo da Roma. Decisione strana sia perché non è stata mandata via dalla famiglia dove lavorava e sia perché aveva i mezzi di sussistenza per poter continuare a vivere in zona: vitto, alloggio e salario mensile. Tuttavia l’episodio di giovedì 7 non è penalmente perseguibile poiché la donna non è stata ricoverata in prognosi riservata e le indagini delle forze dell’ordine si sono prima bloccate di fronte alla mancanza di documenti della donna e poi archiviate come incidente. A vedere la donna prima della partenza sembrava che vivesse in uno stato di paura e le ferite non sembrano proprio da semplice incidente.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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