martedì 25 ottobre 2011

Ferrara a giudizio per cocaina Il gup: non c’è associazione a delinquere. Le difese: decapitata l’accusa di Woodcock

POTENZA - Dovranno comparire davanti ai giudici di Matera il prossimo 1 marzo: Franco Ferrara, Leonardo Costanza ed Elena Zippo. Venerdì mattina il gup del capoluogo Rosa Larocca ha smontato l’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga che era stata formulata nei loro confronti dal pm Henry John Woodcock nell’ambito del filone “stupefacenti” dell’inchiesta sugli appalti di Tempa Rossa. Reggono gli indizi soltanto per alcuni singoli episodi di cessione di stupefacenti, in particolare cocaina, ed è per questi che il noto imprenditore di Policoro, il suo factotum e l’amica tarantina dovranno essere giudicati dal collegio della città dei Sassi. Per i legali si è trattato di una mezza vittoria. L’avvocato Filippo Vinci, legale di Ferrara e Costanza, commenta positivamente la sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste nei confronti dei suoi assistiti in relazione al reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Resta il rinvio a giudizio, anche se per episodi minori. In sostanza, commenta il difesa, una «decapitazione» della tesi accusatoria: «Ritengo - ha dichiarato Vinci - che la difesa debba dichiararsi soddisfatta di questo parziale risultato acquisito che decapita il grave reato associativo contestato dalla Procura della Repubblica di Potenza nel dicembre del 2008 e segnatamente dal dottor Woodcock». Un reato, quello dell’ associazione, «in base al quale furono emesse numerose ordinanze di custodia cautela in carcere». La sentenza di ieri dimostra a questo punto, «che le misure custodiali furono ingiustamente emesse». L’avvocato insiste poi sulla «assoluta inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche e ambientali» che saranno riproposte davanti al tribunale di Matera. Inutilizzabili perché «carenti di ogni motivazione ed effettuate in violazione di legge». Peraltro le stesse intercettazioni disposte nell’ambito di questo processo - continua ancora Vinci - «sono state già dichiarate tali dalla Procura e dal gip di Milano (dove è arrivato uno stralcio dell’inchiesta di Woodcock legato all’appalto per la costruzione della nuova sede della Regione Lombardi, ndr) perché come noi riteniamo sono affette da vizio di nullità insanabile». Soddisfazione piena invece per i legali di Gionni Giliberti, prosciolto
da tutte le accuse assieme a Luigi Anaclerio e a Giampiero Vinzi. Secondo Livia Lauria: «Non possiamo che essere contenti di quest’assoluzione perchè è il corollario di una posizione che abbiamo sempre perseguito dall’inizio e dell’esempio di come in Italia ci sono persone che subiscono custodia cautelare in carcere senza presupposti obiettivi ed oggettivi. Il gup non poteva far altro che prendere atto di quelli che erano gli elementi posti alla base dell’imputazione e vagliarli in maniera critica e puntuale». Più esplicito Giuseppe Mitidieri: «Giliberti era completamente estraneo ai fatti di causa. La procura gli aveva cucito un vestito addosso semplicemente sbagliato».

Fonte
Il Quotidiano della Basilicata

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