POLICORO – La storia ci insegna come i castelli siano i luoghi dove si consumano: tradimenti, amori, congiure. Giovedì 11 agosto però questo luogo comune è stato smentito dalla presentazione, davanti a tantissime persone e sotto le luci di un’incantevole cielo stellato, del romanzo scritto dalla policorese Concetta Arleo: “Mille mondi lontano da me”, nel castello baronale del centro jonico. In questo scenario, all’aperto, la psicologa Carmela Vitale ha parlato di un testo originale e coinvolgente negli eventi e nei fatti senza capitoli e con la tecnica di un diario dove Dora, la protagonista, vive un travaglio interiore di crisi sentimentale che pensa di superare conoscendo e frequentando due uomini in momenti diversi della sua vita, ma in realtà si trova ad dover affrontare due delusioni amorose. L’imprenditrice Carmela Suriano nella sua relazione ha dato un taglio più sociologico del libro parlando del ruolo di emancipazione della donna nella società moderna, conquistato dopo tante lotte e lutti; anche se questa emancipazione viene riconosciuta alla donna nella società occidentale e negata in altri Paesi del mondo. In Dora la Suriano vede una donna cosmopolìta, tenace, che con forza cerca di superare le barriere materiali e morali del mondo femminile fatto spesso di pregiudizi. Ebbene Dora è il simbolo di questo universo nella società opulenta all’interno della quale libertà ed autonomia devono essere i capisaldi per evitare, soprattutto per le donne, di essere schiavizzate. Ruben Razzante, docente di diritto dell’informazione alla Cattolica di Milano, nel vivisezionare il romanzo ha messo a fuoco la creatività dell’autrice, le emozioni che trasmette al lettore e fotografa bene l’autolesionismo della protagonista e il suo soffrire; ma nello stesso tempo evidenzia l’anelito di libertà che Dora trova nelle piccole cose dopo le esperienze sentimentali travagliate in cui si è trovata. Infine la Arleo non ha nascosto che il suo libro in alcune parti è un’autobiografia, ma che in tutte le altre i nomi e le circostanze sono di pura fantasia. Ma al di là della trama, secondo la Arleo, ciò l’ha spinta a scrivere il libro è stato il desiderio di riscoprire la libertà, impersonificata in Dora, e la maturazione sentimentale acquisita dopo alcune esperienze fallimentari che hanno reso Dora più forte e consapevole del proprio valore. Ma il testo può essere anche letto dal lato maschile. La serata è stata intervallata dalla musicalità di alcuni passi del libro.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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