POLICORO – Un anno fa alle celebrazioni per la ricorrenza della Madonna del Ponte, protettrice del centro jonico, il loro gazebo in piazza Eraclea non passò inosservato. All’interno c’erano le volontarie della Croce rossa italiana (Cri), sezione donne, che fecero una delle loro prime uscite ufficiali nel campo del volontariato socio-assistenziale e per dare aiuto ai più bisognosi. Ed esattamente la settimana scorsa (15-16) si sono ripetute nello stesso luogo e per le stesse finalità raccogliendo fondi durante le festa patronale. Tutte a rotazione si sono date appuntamento in serata nel centro cittadino, riferimento abituale del maggio festivo policorse, per il secondo anno di fila in questa ricorrenza tra le più importanti che celebra il centro jonico. Per loro però l’anno di attività sociale non si è limitato solo alla due giorni delle funzioni religiose e civili del Santo patrono, ma il venerdì dalle 17:00 alle 19:00 hanno un punto ascolto presso i locali della ex scuola elementare di piazza Dante; danno sostegno agli ammalati; durante l’estate scorsa sono state in prima linea nel progetto sociale dell’Amministrazione comunale e dell’assessore alle Politiche sociali, Rocco Leone, “Tutti al mare…” dove hanno aiutato le persone più sfortunate a sedersi sulle apposite sedie job ed accompagnarle al mare. A fine anno solare 2009 si sono prodigate per organizzare un concerto di beneficenza presso la chiesa “Buon Pastore”, che sarà replicato nel dicembre dell’anno in corso, e un mese e mezzo dopo, esattamente nel periodo di Carnevale, hanno raccolto fondi per i bambini di Haiti colpiti dal terremoto organizzando un veglione in maschera destinato ai bambini. Invece con l’inizio dell’estate 2010 nel loro calendario hanno inserito la “Festa degli Aquiloni” sul lungomare centrale il 6 giugno e poi ancora un corso di alfabetizzazione-integrazione per non far sentire escluso nessuno. Attività queste svolte durante tutto l’anno, segno di vivacità per la Cri-sezione donne che vive i suoi momenti di aggregazione con costanza anche perché la loro mission non è legata solo ad un periodo dell’anno, come può essere l’organizzazione di un evento culturale per il quale ci si concentra solo per un arco di tempo definito; ma fornire assistenza agli “ultimi” significa essere sempre presenti, per dodici mesi. Per loro non è un peso, ma un dovere morale.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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