sabato 19 giugno 2010
Macchia nera nel Pertusillo, ancora dubbi e perplessità
“A diversi giorni dall’avvistamento di una macchia nera nella diga del Pertusillo ancora permangono i dubbi sulle sue cause, nonostante i rilievi e le dovute rassicurazioni da parte della Regione Basilicata e degli organi di controllo regionale come l’Arpab (agenzia regionale per l’ambiente di Basilicata)”. Così si pronuncia il sindaco di Policoro, Nicola Lopatriello, dopo le tante sollecitazioni pervenute da più parti negli ultimi giorni su una vicenda ambientale dai contorni ancora oscuri e dietro la quale si potrebbero nascondere, secondo indiscrezioni, qualcosa di più grave per la salute dei lucani poiché l’acqua è un bene primario sia per uso domestico che per l’irrigazione dei terreni agricoli. Infatti molti sostengono che nella diga possano essere stati buttati proprio prodotti per uso agricolo che avrebbe fatto crescere alghe, le quali si riproducono proprio perché alimentate da questi concimi e che rischiano di sversarsi a valle nello Jonio con grave nocumento per l’ambiente. Pertanto alla luce di queste considerazioni il primo cittadino di Policoro chiede ai colleghi interessati della Val d’Agri: “di pressare la Regione affinché approfondisca nel più breve tempo possibile le analisi per sgombrare il campo da facili allarmismi che in questi giorni si sono susseguiti da più parti e che noi vogliamo mettere a tacere, almeno ce lo auguriamo, avendo già inviato una missiva all’assessore regionale all’Ambiente, Agatino Mancusi, per vederci chiaro anche perché in quell’area della Basilicata il territorio è perforato dalle compagnie petrolifere per l’estrazione di idrocarburi e dunque la fauna e la flora naturalistica sono ad alto rischio. Se è il caso si potrebbero effettuare parallelamente anche controlli privati degli scarichi da parte di una società specializzata per confrontarla con quella dell’Arpab. Oltretutto nei mesi scorsi Acquedotto lucano è stato il testimonial di una campagna di promozione della nostra acqua sostenendone le potabilità e dunque la sua limpidezza, e oggi ci troviamo con una diga, da cui si attinge acqua fetida e che provocato la moria di molti pesci”.
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