domenica 31 gennaio 2010
Partiti i corsi all’Unitre. Presentato il nuovo anno accademico 2009/2010
POLICORO – Inaugurazione in grande stile dell’anno accademico 2009/2010 della sezione locale dell’Unitre (Università delle tre età) nella sala consiliare del Palazzo di città. Rispetto alle consuetudini degli anni passati, questa volta è stata l’occasione per presentare nella città jonica il libro del prof. Dino D’Angella: “Terra Terra”. In apertura dei lavori la direttrice della biblioteca cittadina, Angela Delia, ha parlato dell’Unitre come di una grande famiglia il cui scopo, per tutti gli iscritti di tutte le età e soprattutto per i meno giovani, è quello educativo grazie alla sua presenza in tutta Europa e partire da Francia e Belgio, nazioni dove è nata per prima l’associazione internazionale. Le lezioni si tengono in via Puglia, nella sede della scuola primaria “Lorenzo Milani”, dal 2003, anno in cui è sorta a Policoro (260 in tutta Italia le sedi) in virtù dell’impegno di uno dei fondatori, Nicola Maiellaro. Il quale nel suo intervento ha sottolineato l’importanza della crescita culturale nella città di Policoro a maggior ragione per quelle persone che una volta uscite dal mondo del lavoro, quiescenza o perdita dello stesso, si sentono emarginati in balìa dell’ansia, depressione e mancanza di voglia di comunicare: “in questo contesto però l’Unitre è un progetto di vita in cui l’umanità dei frequentanti e la cultura dei docenti si sposano alla perfezione in quella voglia di svegliare interessi sopiti e stimolare la creatività che c’è in ciascuno di noi, in un percorso di promozione sociale e culturale”. Nella Labianca, docente di filosofia insieme al marito, ha scomodato Epicuro nello spiegare la mission della sua materia: “Nessuno si può ritenere al di fuori della filosofia, perché la filosofia dà quella serenità d’animo per affrontare meglio la vita di tutti i giorni”, ovviamente insieme a tutte le altre materie più classiche che si “studiano”, senza interrogazioni e pagelle, all’Unitre e che sono poi quelle di tutte le scuole ministeriali: lingua, italiano, storia, e quant’altro aggiungendo anche i laboratori e lo studio del territorio. Quella terra ben descritta nel libro di D’Angella alla cui presentazione c’era anche lo scrittore Raffaele Pinto. Entrambi hanno tracciato un excursus delle lotte per la rivendicazione della terra, problema centrale sin dalla nascita del mondo e ancora oggi centrale nella vita dell’uomo. Quella terra di Lucania nel libro del professore pisticcese narrata dall’antica Grecia fino ai giorni nostri in un excursus che non ha tralasciato nessun periodo storico e che non avrebbe finora dato grandi soddisfazioni ai lucani. Nemmeno lo spezzettamento dei latifondi in quote da 5 ettari ciascuno del dopoguerra, conosciuta come la Riforma Fondiaria, come ha affermato Pinto, è stata solo un’ illusione momentanea di crescita e sviluppo ma poi il suo decollo ha visto tarpate le ali dalla grande industrializzazione del nord del boom economico degli anni ’60 che ha portato oltre regione moltissimi lucani, iniziando così di fatto quell’emigrazione che ancora oggi è il motivo dominante di quasi tutte le scelte di vita dei residenti. Ma oltre alla Riforma agraria, la terra ha conosciuto il suo massimo splendore, sempre secondo le relazioni degli ospiti, nel periodo della colonizzazione greca, nell’anno 1000 in virtù dell’apporto dato dai monaci brasiliani e a fine ‘800 nel regno di Napoli e di G. Murat.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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