POLICORO – Le cattive condizioni meteo di sabato mattina (9 gennaio) non hanno scoraggiato il comitato “Bosco Soprano no-trivellazioni” nell’organizzare una manifestazione contro le perforazioni esplorative dal sottosuolo lucano e non solo di quelle di via Adua, ultime in ordine cronologico, iniziate il 4 gennaio scorso per le estrazioni di gas. Affiancato da alcune associazioni, tra cui “No-Scorie Trisaia”, è stato ribadito, così come sostenuto da quando è sorto il comitato (28 dicembre), che le perforazioni in Lucania sarebbero “una rapina per il territorio in quanto non portano a nessun beneficio”, sostiene l’ambientalista Felice Santarcangelo, il quale ha parlato anche di impoverimento per le famiglie, soprattutto quelle delle vicinanze del pozzo “Masseria Morano”, che inquinerebbero a suo dire le falde acquifere di cui è piena la zona Filici di Policoro. Inoltre ha aggiunto che queste trivellazioni avvengono all’insaputa delle popolazioni interessate e con un piano di sicurezza esterna tutto da valutare: “e solo inseguendo la legge del profitto nonostante già dal 2007 ci fu chi impugnò la Via (Valutazione di impatto ambientale) senza nessuna risposta”. L’ingegner Tamburrino per 25 anni dipendente dell’Eni ha asserito come il nuovo piano di indirizzo energetico regionale di prossima approvazione contenga solo 3 pagine sull’aspetto legato alle perforazioni del territorio, e di come sia stata violato il testo unico ambientale 152/06 per questo genere di interventi che prevede il coinvolgimento passo dopo passo delle popolazioni interessate, cosa che a suo dire non sarebbe avvenuto nemmeno in via Adua. Erano presenti alla manifestazione partita da piazza Eraclea alle 08:30 e conclusasi in tarda mattinata nella sala consiliare del Comune di Policoro anche tutte le istituzioni territoriali. Secondo l’assessore comunale all’Ambiente, Luisa Lasaponara, questa protesta merita la vicinanza delle istituzioni e non deve rimanere isolata di fronte ad un territorio che rischia uno scempio ambientale; la consigliera regionale Emilia Simonetti ha affermato che il Piano energetico regionale sarebbe lacunoso ed ella stessa non l’ha votato nell’apposita commissione e prevederebbe un fabbisogno di produzione energetica superiore a quello regionale in contraddizione con le vocazioni del territorio, aggiungendo poi come non siano stati bonificati ancora i siti industriali dismessi in Basilicata. Serafino Di Sanza, in rappresentanza della Provincia di Matera, ha parlato della necessità di una commissione tecnico-scientifica per un monitoraggio e sicurezza del territorio dal rischio ambientale e: “già nel 2007 quando io ero sindaco della città di Policoro dissi ad un partito della mia maggioranza (Prc ndr) di andare avanti manifestando delle perplessità sulla Via (Valutazione di impatto ambientale affisso presso l’albo pretorio) regionale”. Della necessità di tale commissione è dello stesso avviso anche il consigliere regionale Antonio Di Sanza, il quale ha sostenuto che ci sono organismi dediti al controllo ambientale, Asm e Arpab, e che per quanto riguarda l’ultimo pozzo di Policoro: “si è ancora in una fase esplorativa dopodichè se ci sarà il gas è possibile presentare osservazioni successive sull’impatto ambientale”, affermando anche come egli stesso nell’ottobre del 2009 ha interrogato l’assessore regionale all’Ambiente, Vincenzo Santochirico, il quale avrebbe risposto che tutta la documentazione amministrativa è in ordine e lecita; e per futuro nella legislazione concorrente tra Stato e Regione lo stesso A. Di Sanza propone di sentire le pulsioni del territorio senza decisioni unilaterali. Molti gli interventi dei cittadini, preoccupati per la gruviera che è ormai diventata la Lucania, e tra questi il capogruppo del Pd nel Consiglio comunale di Policoro, Gianluca Marrese, secondo cui in questa vicenda non ci sia stata concertazione tra i vari vertici istituzionali, e dunque territori, di tutti gli Enti regionali.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
Nessun commento:
Posta un commento