POLICORO – La speranza è un dono innato oltre ad essere una delle tre virtù teologali insieme alla fede e alla carità. Però anche chi non la possiede, sfogliando l’ultimo capolavoro letterario della poetessa policorese Antonella Santulli, “In cima alla speranza”, può farsi un’idea di cosa sia la speranza. Narrata in ogni singola pagina del suo libro presentato ufficialmente sabato 16 gennaio presso il borgo “Casalini”, là dove negli anni ’50 la speranza di un futuro migliore accompagnava i salariati che lavoravano nei campi durante e dopo la Riforma fondiaria. E grazie ai loro sacrifici, alimentati appunto dalla speranza, oggi Policoro è una delle più grandi realtà lucane. Dedicato ad uno dei suoi maestri di vita, Don Tommaso Latronico, Antonella Santulli parla della scrittura come valvola di sfogo nel bene e nel male che caratterizza la sua esistenza, e di come lo scrivere, nelle sue varie forme, sia un modo per trasferire le emozioni: il vero motore della vita. Il fratello di Tommaso Latronico, Cosimo, Senatore della Repubblica, ha parlato di grande missione educativa che Tommaso ha trasmesso ha tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, che vive tuttora in ciascun essere umano, e di quei rapporti che non finiscono mai proprio perché legati da un filo immateriale che si chiama speranza: quella che serve a cambiare il mondo e narrati da Antonella Santulli nei suoi versi. I quali sono stati definiti dall’accademico Giorgio Tellam: “una testimonianza viva che ci porta verso il trascendente, con il suo racconto di vita quotidiana, animato anche dalla sua esperienza di operatrice sociale, e dunque versi dalla forte carica spirituale che ci mostra come la speranza ci conduca dritti alla verità di Dio che ci ha chiamati ad essere suoi collaboratori sulla terra manifestando: carità, fede, speranza e amore prima di entrare in una nuova vita”. Il vescovo della diocesi Tursi-Lagonegro, Mons. Francesco Nolè, ha parlato del libro della Santulli come di un’opera che per la sua semplicità è come il Vangelo, il libro della vita, e di come in tutte le poesie il filo conduttore è il Cristianesimo: speranza, amore, resurrezione di Cristo e fede che ci guida nel nostro agire quotidiano e che ci porta in alto…”. Nel parterre degli invitati anche il docente universitario, Antonio Valicenti, amico di sempre della Santulli, il quale ha evidenziato come la sua ultima fatica sia impregnata di valori cattolici trasmessi da Don Tommaso Latronico, il cui amore per la vita: “ci ha insegnato a non avere paura di nulla perché Dio ci aiuta a superare ogni ostacolo accompagnandoci poi all’infinito, sfuggente ma pieno di gioia”. Il vice sindaco di Policoro, Rocco Leone, anche assessore alla Cultura, nei suoi saluti iniziali ha osservato che questi temi, tra cui quello della speranza, raccontati dalla Santulli, sono un dono che bisogna trasmettere agli altri, proprio come ha fatto Don Tommaso nel lasciare una traccia indelebile nella società.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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