POLICORO – L’ufficiale giudiziario nella mattinata del 25 agosto ha
notificato l’immissione in possesso dell’azienda agricola Ergastolo/Conte.
Pertanto il nuovo proprietario, la famiglia Grieco, un confinante, da ieri ha
preso possesso dei 5 ettari e della palazzina diroccata di parte dell’azienda tra
Policoro e Tursi, precisamente in quest’ultimo Comune alla fine di viale Matera
in Policoro il cui confine è segnato da due pilastri. Già dalle prime luci
dell’alba le forze dell’ordine, Polizia di Stato e Carabinieri, presidiavano la
zona dopo le manifestazioni che si sono succedute dal mese di marzo in poi. Così
dopo quattro tentativi andati a vuoto, con l’ufficiale giudiziario che è stato
costretto in passato a ritornare a Matera per motivi di ordine pubblico, la
vertenza sindacale si chiude definitivamente, salvo colpi di scesa. I
manifestanti privi del loro leader, Gianni Fabbris, che nei giorni scorsi è
stato colpito da un provvedimento di restrizione della libertà personale con la
notifica dell’obbligo di dimora a Policoro, non hanno potuto far altro che
prendere atto della chiusura di questa vicenda. Tuttavia il 25 mattina proprio
all’altezza delle due colonne il presidente nazionale di Altragricoltura, Tano
Malannino, Don Basilio in rappresenta delle vittime dell’usura e del racket,
l’On. di Sel, A. Placido, Angelo Festa, il già On. P. Rubino, Chicca
D’Alessandro di Libera, tutti in nome del Tavolo Verde agricolo hanno puntato
l’indice sulle procedure relative alle aste di tante aziende agricole strozzate
da un lato dalla crisi economica e dall’altro, a loro dire, da usurai senza
scrupoli pronti come avvoltoi ad acquistare beni di agricoltori. E proprio a
tal proposito nelle prossime settimane a Taranto saranno presentate delle
proposte di legge proprio per renderle più trasparenti e fare in modo che il
giudice dell’esecuzione possa monitorare la provenienza del denaro. Infatti
secondo gli stessi molto spesso dietro le aste giudiziarie si nascondono dei
prestanome che Don Basilio ha definito lupi, pronti a speculare sulla pelle
della gente che per anni ha lavorato terreni e poderi. Naturalmente tutti hanno
portato la solidarietà al grande assente giustificato, Gianni Fabbris, la cui
magistratura lo ha sottratto alle sue prerogative sindacali in quanto lunedì è
stato convocato dal Gip competente per l’interrogatorio di garanzia, definito
ingiusto dai pacifici manifestanti. A differenza delle altre volte, l’ufficiale
giudiziario è entrato nell’azienda zootecnica da una strada interpoderale
privata, proprio per evitare i manifestanti e l’ennesimo possibile rinvio, con
lo spiegamento delle forze dell’ordine che ha impedito l’accesso a tutti di
verificare la procedura. E non è stato consentito nemmeno a Malannino di consegnare
le chiavi dell’azienda ai nuovi proprietari; così come l’ufficiale giudiziario
avrebbe rifiutato, per essere ligio al dovere, anche una comunicazione che il
parlamentare Placido voleva consegnargli del Tribunale di Matera contenente la
convocazione il 4 settembre di un tavolo
concertativo sulla possibilità di una trattativa che andasse incontro sia agli
interessi dei vecchi proprietari che dei nuovi. L’ufficiale giudiziario una
volta entrato in azienda, il cui ingresso era chiuso da un catenaccio, ha provveduto
a compilare il verbale di immissione in possesso facendo una sorta di
inventario dei beni, terreni e palazzina, passati di mano alla famiglia Grieco.
I manifestanti hanno definito il blocco di accesso a tutti: immorale, incivile
e antidemocratico. Ricordiamo che parte dell’azienda e non tutta è stata
acquistata per circa 85 mila euro più spese burocratiche varie, secondo le
cifre che i nuovi proprietari ci hanno fornito. Tra i motivi che li hanno
spinti all’acquisto, i cattivi rapporti di vicinato che sono durati per circa
20 anni e i continui soprusi subiti.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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