POLICORO
– Il 29 luglio scorso per la quarta volta consecutiva l’ufficiale giudiziario
ha constatato che non c’erano le condizioni, per motivi di ordine pubblico dopo
un consulto con gli agenti di pubblica sicurezza del Commissariato di Policoro,
per la notifica dell’immissione in possesso di parte dell’azienda agricola
Conte/Ergastolo nel territorio di Tursi subito dopo le colonne di viale Matera
che segnano il confine tra Policoro e la città di Albino Pierro. Il prossimo
appuntamento è fissato per il 25 agosto. Da marzo in poi si sono susseguite
manifestazioni, compreso lo sciopero della fame da parte di Leonardo Conte dal
20 al 29 luglio, anche cariche di tensione su questa vertenza dai risvolti
morali più che legali da parte degli occupanti di Soccorso contadino della
stessa azienda messa all’asta e acquistata da un confinante dei Conte. Finora
hanno preferito tacere ma dopo il tam tam mediatico pro occupanti, la famiglia
di Giuseppe Grieco ha deciso di vuotare il sacco dicendoci la loro versione su
questa vicenda. Siamo andati a trovarlo nella sua abitazione e ci ha raccontato
il perché dell’acquisto. Grieco, anche lui imprenditore agricolo di lungo corso,
sostiene che dal 1997 è un vicino di casa dei Conte e i rapporti di vicinato
non sono mai stati buoni. Avrebbe subito tanti soprusi da parte della famiglia
Conte, i quali a suo dire avrebbero messo a rischio la salute della sua
famiglia e di tutto l’ambiente circostante poiché sulla collinetta dell’azienda
si sarebbe smaltito di tutto senza un minimo contegno sulle conseguenze di
quelle azioni. In tanti anni non ci sarebbe mai stato un colloquio franco su un
corretto stile di vita nel rispetto reciproco, tanto che una volta resosi conto
che non ne poteva più di quell’andazzo Grieco ha deciso di presentare la sua
offerta per farla finita una volta per tutte. Però anche qui smentisce
clamorosamente chi afferma di aver speculato sui beni altrui: “Ho acquistato
–spiega- 5 ettari di terreno e una palazzina diroccata intestati ad Angela
Ergastolo e non al marito. La mia offerta del 5 gennaio 2013 è stata di
84750,00, costi che poi sono lievitati fino a 100 mila tra le varie spese
giudiziarie. Per quello che ho acquistato il prezzo mi sembra congruo e
comunque la stima è stata fatta da un perito agrario nominato dal tribunale di
Matera, organo terzo. Infatti alla prima asta il prezzo base era stato fissato
intorno a 130 mila, alla seconda è sceso di circa 20 mila euro e poi alla terza
84 mila che con le spese varie comunque raggiunge la cifra di 130 mila. E
comunque il tribunale, sezione fallimentare, aveva con una comunicazione
avvertito la famiglia Conte, prima della mia offerta, che il bene sarebbe stato
venduto se loro non avessero presentato la loro offerta”. Dunque secondo Grieco
c’erano le condizioni per la famiglia Conte di poter rientrare nella proprietà
di parte dell’azienda già in tempi non sospetti se avessero adempiuto. Infine
Grieco ribadisce che era arrivato all’esasperazione e la convivenza era
diventata impossibile, tralasciando anche altri particolari. Ora se il 25
agosto sarà per lui il giorno dell’immissione in possesso ha già le idee chiare
su quello che vuole fare: “Non ho figli e avendo sempre lavorato nella mia vita
sto bene così. La palazzina pericolante e i terreni non mi interessano e quindi
potrei anche fare un’opera pia; però non voglio che altri mettano a rischio la
mia salute e quella di mia moglie facendo i comodi loro”.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano del Sud)
Nessun commento:
Posta un commento