POLICORO
– La storia si ripete. Gianbattista Vico, filosofo, diceva: corsi e ricorsi
storici. Così tra qualche anno due Municipi lucani, Policoro e Scanzano,
potrebbero avere un unico gonfalone. Nel frattempo che nascano giuridicamente i
due comitati per la raccolta firme finalizzate al referendum cittadino per la
fusione, tra le due entità pubbliche ci sono molte similitudini. Sono tra gli
Enti locali più giovani della Lucania e due ex “feudi” di Montalbano Jonico.
Policoro ebbe l’autonomia nel 1959, Scanzano nel 1974. In quegli anni trionfava
il campanilismo e la voglia amministrarsi da sé. Forti dei benefici della
Riforma fondiaria, dei soldi della Cassa per il mezzogiorno e di una finanza
comunale allegra in cui la spesa rincorreva l’entrata, nel senso che i
trasferimenti statali abbondavano, oggi, paradossalmente, in pieno capitalismo
c’è la necessità di risparmiare e non è un ossimoro. Proprio gli sperperi, nel
senso lato del termine, degli anni della Prima Repubblica hanno comportato la
necessità di stringere la cinghia. In tempi di spending review per far quadrare
i conti c’è bisogno di unirsi; d’altronde da sempre l’unione fa la forza. A
maggior ragione quando si hanno tante cose in comune. Un territorio con la
stessa geomorfologia, e dunque con le stesse potenzialità; una storia che
affonda le radici oltre che nella civiltà contadina della Riforma agraria anche
in quella ancora più gloriosa della civiltà ellenica della Magna Grecia. E poi
il mare e un vasto territorio esteso in diversi chilometri quadrati. Queste
sono alcune ragioni addotte dal comitato promotore pro-fusione. Di non
secondaria importanza altre ragioni più squisitamente attuali. Con 23 mila
abitanti tutta la fascia jonica conterebbe di più in termini di rappresentanza
politica-amministrativa, ci sarebbe una crescita degli investimenti economici,
una conseguenza del peso politico, culturalmente lo stare insieme aiuta a
crescere e scatta quella forma di solidarietà reciproca che compatta una
società rendendola più coesa. Infine i sostenitori dell’iniziativa in un
prossimo incontro pubblico spiegheranno anche i benefici finanziari. Meno costi
per la casta. Un solo sindaco, una sola giunta, meno dirigenti, meno
burocrazia. E lo slogan da loro coniato è: 1+1=3, un unico Comune costa meno e
serve di più. Ci sono dei precedenti importanti nel Nord Italia. Si ritorna
dunque al passato senza nostalgia del presente e con più ottimismo per il
futuro.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano del Sud)
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