lunedì 18 agosto 2014

Discarica amianto in località Torremozza




POLICORO – L’incubo amianto torna di attualità nel centro jonico. Nelle scorse settimane un ciclista amatore di Policoro in uno dei suoi tanti giri per la città si stava recando in località Torre Mozza percorrendo via San Giusto per poi svoltare in una parallela alla ricerca di un angolo di verde per riposarsi un po’. Ad un tratto però è rimasto basito dallo scenario: lamiere di amianto immortalate con un telefono cellulare. Giuseppe di fronte ad uno scempio ambientale a ridosso della foce del fiume Agri non è rimasto insensibile allo spettacolo indecoroso, anche sotto il profilo estetico della location naturalistica in mezzo ad alberi e vegetazione varia, e così non ci ha pensato su due volte nel fotografare la “discarica” ed avvisare le autorità competenti. Da quello che poi ci ha riferito successivamente i resti di qualche impresa decotta o struttura di cemento-amianto sarebbero rimasti lì per molto tempo, e non è escluso che anche nel momento in cui scriviamo ci siano ancora. E’ convinto che l’ammasso di rottame sia stato portato in quel luogo apparentemente isolato da chi in realtà voleva liberarsi di materiale pericoloso nella sua area di residenza, probabilmente molto distante dal posto di smaltimento, poiché in quell’area non ci risulta ci siano edifici con copertura in amianto. Questa segnalazione purtroppo non è isolata in quanto già in passato è risaputo che l’area dell’ex Zuccherificio è stata al centro di più di un sequestro e dunque attenzionata da Arpab, Asl ed altri enti pubblici. Però lo smaltimento incontrollato ha portato la periferia della città ad essere usata impropriamente come pattumiera in tutti i sensi. Infatti un caso simile lo avevamo segnalato già qualche mese fa nella zona Filici, alle spalle del centro commerciale, e anche in quella occasione fu un gruppo di ciclisti a segnalare l’obbrobrio ambientale. Ora il problema si ripropone in un’altra zona periferica. Forse sarebbe opportuno che il Comune predisponga una mappatura con zone della città a rischio amianto per poi predisporre la bonifica delle stesse vista la pericolosità di tale materiale primo fattore di rischio della patologia del tumore ai polmoni.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)

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