Alla fine dell’incontro non è stato raggiunto nessun accordo così le parti si sono date appuntamento tra un mese, il 23 gennaio. Come si poteva prevedere dalle dichiarazioni dei giorni scorsi, i toni tra i rappresentanti dell’Alsia e di Marinagri spa si sono fatti subito molto accesi, durante il tentativo di mediazione in corso sulle richieste avanzate dall’Agenzia lucana per lo sviluppo dell’agricoltura. Al centro i terreni rinvenuti dall’alveo del fiume
Agri dopo che ha cambiato il suo corso. E’ lì che secondo il progetto del complesso turistico integrato di Enzo e Marco Vitale dovrebbe sorgere un albergo extralusso e un campo da golf per completare i travagliati lavori per
la realizzazione dell’opera fermi al 93% dell’investimento complessivo. Ma l’Alsia chiede indietro quei terreni, circa 30 ettari, o una compensazione di 4milioni di euro dal momento che una serie di consulenti hanno indicato che la proprietà rientrerebbe a pieno titolo nel patrimonio del fu Ente sviluppo dell’agricoltura. Vitale dal canto suo considera del tutto infondate le ragioni dell’Agenzia e per prima cosa nei giorni scorsi ha annunciato il blocco delle convenzioni con i Comuni di Policoro e Scanzano Jonico che prevedono degli oneri urbanistici a suo carico in forza delle autorizzazioni concesse illo tempore dalle amministrazioni su cui ricade il complesso Marinagri. Dalla sua parte si sono immediatamente schierati i sindaci dei due paesi, Nicola Lopatriello e Salvatore Iacobellis che hanno denunciato il danno che un’iniziativa come quella dell’Alsia rischia di rappresentare per le ricadute in termini di economia e occupazione di un’investimento come quello di Vitale. Il patron di Marinagri è arrivato addirittura a bollare le pretese nei confronti dei terreni oggetto della contesa come «infondate e temerarie» paventando una richiesta di risarcimento danni da parte sua se l’Agenzia non dovesse desistere dalla richiesta di un accertamento giudiziario della proprietà. «Si inventa - l’Alsia, così Vitale in un’intervista concessa al Quotidiano - di essere autorizzata a fare un’operazione di questo genere. Per noi non lo è. Va a rimescolare un fatto di 45 anni fa che non ha nulla a che vedere con lo stato attuale delle cose. Noi abbiamo avuto tutte le autorizzazioni in precedenza, per cui si inventano un modo litigioso. Stanno facendo una lite temeraria e noi
non facciamo altro che dire: “Ehi, attenti. Perchè le liti temerarie poi le pagano chi le fa”. Nient’altro che questo. Questo è il fatto e qui si esaurisce». D’altro canto il commissario Domenico Romaniello ha già espresso una dura reprimenda nei confronti dei due primi cittadini denunciando l’inopportunità di quanto dichiarato «perché sembra che si vogliano contrapporre interessi pubblici di serie “A” ad altri interessi pubblici per così dire minori». In sostanza anche dalle parti dell’Alsia si sentono nel giusto «una volta acquisita
piena consapevolezza della proprietà in capo ad essa dell’ex alveo, che non ha mai formato oggetto di trasferimento in favore di Marinagri, né in sede di esproprio e né successivamente», da cui discende «la consequenziale azione di rilascio e di risarcimento danni per illegittima occupazione». Insomma non si intravedono margini di trattativa, ma in questi casi non si mai. Ieri pomeriggio i commenti delle parti sono stati a dir poco laconici. Tutto rinviato a gennaio per «ulteriori accertamenti tecnici».
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
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