lunedì 19 aprile 2010

Due giovani di Policoro sul podio del “Golden Point” di Napoli nel Tae Kwon Do

E’ una forma di arte molto praticata per storia, tradizione, cultura nel Medio Oriente arrivata poi anche in Occidente grazie al mito di Bruce Lee negli anni ’80, che ha spopolato in Europa facendo subito proseliti nel Belpaese di cui ancora oggi i suoi film sono un cult. Così questa passione per le arti marziali come il kung-fu, karate e Tae Kwon Do si è diffusa come un virus tanto da far crescere l’entusiasmo per la sua pratica sportiva e come extrema ratio solo ed essenzialmente per la difesa personale. Un esempio è l’accademia Tae Kwon Do di Tursi guidata dal maestro Salvatore Gulfo, che ha partecipato con successo al torneo interregionale di questa disciplina sportiva “Golden Point” di Napoli domenica 11 aprile nelle categorie: cadetti, junior, senior, dove i suoi allievi, provenienti da Policoro, Tursi, Senise, si sono ben distinti con questi risultati: Le Rose Matteo di Policoro nella categoria Senior cintura rossa kg -63 medaglia d’argento; Latronico Lorena di Policoro categoria Junior cintura rossa kg -66 medaglia d’oro; Rossi Mario di Senise categoria Senior cintura rossa kg -54 medaglia di bronzo; Fabiani Matteo di Senise categoria Junior cintura gialla kg +87 medaglia d’argento; Incarnato Antonello di Tursi categoria Junior cintura rossa kg -70 medaglia di bronzo; Gulfo Domenico di Tursi Categoria cadetti-A cintura rossa kg-61 medaglia d’argento. Tutti sul podio dunque i suoi atleti che non hanno così demeritato in una vetrina prestigiosa di sportivi tutti agguerriti più che mai a portarsi a casa la relativa medaglia. Ma quello che più conta, oltre all’aspetto agonistico, è il messaggio che si lancia in queste manifestazioni dove conta anche l’aspetto umano. Infatti lo sport è rimasto l’unico baluardo della nostra società in cui le famiglie sono sempre più disgregate sentimentalmente e martoriate lavorativamente; la scuola che non svolge più quel ruolo di supplenza delle famiglie essendo diventata un agente di socializzazione debole per colpa di docenti spesso demotivati, riforme continue, studio a singhiozzo tra scioperi e manifestazioni varie. Ecco allora che la pratica sportiva è l’unica a tenere la barra dritta dell’educazione contro la devianza giovanile e in questo l’accademia del maestro Gulfo può essere presa come modello.

Gabriele Elia
(fonte Il Quotidiano della Basilicata)

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