venerdì 16 aprile 2010

Aumentati i costi di smaltimento dei rifiuti nella discarica di Colobraro

I costi di smaltimento dei rifiuti solidi urbani pesano come macigni sui bilanci dei Comuni, i quali devono già sborsare molti soldi per la raccolta degli stessi, chi in house e chi, invece, con vere e proprie gare d’appalto esterne. Per la città di Policoro, tra le più grandi della regione Basilicata, la spesa è di enorme proporzioni. Purtroppo però con la riapertura della discarica di Colobraro nel gennaio scorso la Provincia di Matera ha equiparato i costi a quella di Pomarico facendoli lievitare enormemente: “Da 65,00 a 115,00 euro a tonnellata –osserva il primo cittadino di Policoro Nicola Lopatriello con delega anche al Bilancio-. Fino a febbraio 2009 smaltivamo con tariffe inferiori nel vicino paese di Colobraro, dove c’è una discarica, la cui competenza è della Provincia di Matera, che poi venne chiusa con un’ordinanza dell’ex presidente Nigro un anno fa causando così molti disagi per chi usufruiva di questo fondamentale servizio e un danno economico per le casse comunali non preventivabile nel bilancio di previsione, dato che siamo stati costretti a portare i rifiuti solidi urbani nell’altra discarica provinciale di Pomarico, nella collina materna, più lontana di Colobraro, e anche altri Comuni più piccoli del comprensorio hanno avuto lo stesso problema. Dopo le numerose proteste istituzionali finalmente è stata riaperta la discarica della vicina Colobraro con la beffa però dell’aumento dei costi di smaltimento da parte della Provincia di Matera, equiparandola a quella di Pomarico, che ha scaricato così sui Municipi l’aumento dell’imposta. Ora saremo costretti a trovare risorse aggiuntive per sei mesi per non aumentare la Tarsu alle famiglie di Policoro prima che gli stessi costi vengano accollati alla nuova impresa che si è aggiudicata il servizio di raccolta e smaltimento del servizio Rsu per nove anni, le cui buste saranno aperte a giorni essendo scaduti i termini del bando per la presentazione delle offerte”.

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