Un preside giovane per una scuola tra le più longeve della provincia. Francesco Di Tursi da tre anni è il dirigente scolastico dell’Ipsia “Pitagora” di via Puglia del centro jonico, e vanta anche un’esperienza in un liceo, con le stesse mansioni. Seduto dietro la sua scrivania del primo piano dell’istituto è circondato da un’aureola di tranquillità. Di questi periodi nelle scuole italiane e lucane si respira un’aria pesante, dovuta soprattutto ai tagli al personale, ma l’Ipsia sembra veramente una scuola di un altro pianeta: “il sedici settembre –commenta- è suonata la campanella come da calendario scolastico regionale, senza nessun anticipo, e non abbiamo riscontrato nessun tipo di problema. Il numero dei ragazzi è leggermente superiore rispetto all’anno 2008/09, 450 qui a Policoro e un centinaio nelle cinque classi del Chimico di Rotondella (che dipende anche da Policoro ndr)”. Pertanto rispetto al desolante panorama regionale non ci si può lamentare: “oltretutto –continua- devo anche constatare in questa mia permanenza qui all’Ipsia il grande lavoro che viene fatto da tutto il personale non solo sulla didattica ma anche sotto l’aspetto pedagogico dei ragazzi che si trovano in un’età delicata della loro vita. E infatti puntiamo anche su questo per formare i nostri tecnici, non solo professionalmente ma anche umanamente”. Ma ora passiamo a qualche nota dolente: “se proprio vogliamo parlarne devo dire che a fronte di 25 ragazzi svantaggiati che frequentano la mia scuola, ci sarebbe stato bisogno di qualche docente di sostegno in più, e invece la scure dei tagli si è abbattuta anche su di noi; poi avremmo bisogno anche di una unità aggiuntiva di personale Ata, ma anche qui non è stato possibile per lo stesso motivo di cui sopra. E comunque grazie all’encomiabile lavoro del corpo docente e amministrativo riusciamo a sopperire a queste lacune, anche perché tra i nostri professori la maggior parte è di ruolo, un 70%, e dunque procediamo speditamente nella nostra attività in quanto la riforma Gelmini di cui tanto si parla tocca marginalmente le scuole superiori di secondo grado e quindi non vedo grossi problemi”. Il piano dell’offerta formativa è cosi diviso: operatrice moda; chimico; termico; elettrico; elettronico e meccanico, con due classi in più per il 2009/10 nella moda e nel termico. Risultati importanti per una scuola tecnica che ambisce a sfornare imprenditori e lavoratori specializzati: “purtroppo –parla sempre Di Tursi- paghiamo lo scotto di uno scollamento tra mondo del lavoro e formazione. Il grande lavoro che viene fatto nella scuola non trova sfogo qui in zona per il debole tessuto produttivo che c’è, però posso garantire che nel Nord la richiesta è enorme e le aziende pagano anche il biglietto del viaggio ai nostri giovani. Negli ultimi anni vedo un timido segnale di risveglio anche delle istituzioni che stanno cercando, e mi riferisco soprattutto alla regione Basilicata, di creare sistema con il binomio stage-formazione in classe che poi è la giusta miscela per entrare più facilmente nel mercato del lavoro oggi quantomai asfittico soprattutto nel sud. Un’altra iniziativa degna di menzione è la valorizzazione delle eccellenze attraverso percorsi extradidattici volti ad esaltare le vocazioni degli studenti in determinate materie”. Essendo lo stabile “datato” nella sua costruzione, Di Tursi ci dice che l’Ente competente,
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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