POLICORO - Una gara
d'appalto da 16 milioni di euro per un servizio gestito in modo oggettivamente
insufficiente, con grave danno all'immagine della città. Parliamo della
raccolta dei rifiuti a Policoro, un problema controverso e serio, che la
pubblica amministrazione sta cercando di affrontare, tenendo presenti i potenziali
rischi sotto il profilo patrimoniale per le casse dell'ente. Intanto, cittadini
ed associazioni ambientaliste continuano a denunciare lo scempio dei sacchetti abbandonati
per strada, o lanciati dai netturbini sui loro mezzi con qualche problema di
mira, che fa cadere pezzi di rifiuti per strada, dove puntualmente rimangono giorni
interi a “sciogliersi”. «Se i cittadini mi lasciano ancora un po' di tempo, risolverò
il problema nel migliore dei modi», esordisce il sindaco di Policoro, Rocco
Leone, interpellato dal Quotidiano sulla questione, le cui cause sono
riconducibili all'insufficienza dei mezzi della ditta subappaltatrice incaricata
del servizio dalla Tradeco, unita all'immancabile inciviltà dei cittadini. «Ho
già incaricato alcuni agenti di Polizia municipale affinchè operino in borghese,
sanzionando ogni tipo di comportamento illegale dei cittadini, ma anche degli
operatori ecologici. Un segno che sulla questione sto investendo tutte le energie
necessarie, mentre la ditta continua a sostenere che con i fondi stanziati dal
capitolato non riesce a coprire sufficientemente tutto il territorio, lasciando
spesso le campagne e le periferie urbane senza la necessaria raccolta
quotidiana. La colpa può essere in parte anche dei cittadini, ma la
responsabilità principale è dei vuoti nel servizio di raccolta. –spiega il
sindaco- Oggi Policoro ha bisogno di una ditta che lavori bene sulla
differenziata, in modo da consentire al Comune di vendere il rifiuto
riciclabile e con il ricavato abbattere la Tarsu; solo così i cittadini saranno
incentivati al rispetto delle norme. Invece accade che spesso i rifiuti
raccolti non vengano differenziati, impedendo di fatto il percorso virtuoso di
cui parlavo». Secondo Leone tutto nascerebbe da un vizio di partenza
dell'appalto: «Nel capitolato era previsto un periodo finestra di sei mesi, che
doveva portare alla graduale rimozione dei cassonetti per strada ed alla
corretta informazione dei cittadini su come differenziare. Invece la ditta è
partita direttamente con la rimozione dei bidoni, ingenerando confusione nel
cittadino, che spesso si è trovato anche costretto ad abbandonare i sacchetti
per strada. Nei giorni scorsi ci siamo incontrati con un assessore di un Comune
del Bellunese, territorialmente simile a Policoro, dove grazie ad una corretta
campagna per la differenziata si sono abbattuti i costi di conferimento in
discarica, quindi la Tarsu, da 400mila a 35mila euro.
Un esempio che se si vuole,
si può fare anche da noi, perché la Tarsu ha una
quota fissa ed una variabile
dipendente dalla differenziata, che si può abbattere di molto. Non capisco
proprio le rimostranze di Legambiente -conclude Leone- anche perché loro sanno
che il Comune non poteva rescindere il contratto in piena estate, provocando un
disservizio ancora più grave. Oggi faccio un appello ai cittadini affinchè ci
segnalino il comportamento delle persone incivili, che abbandonando i rifiuti
per strada;mentre noi stiamo già operando per individuare le inadempienze della
ditta appaltatrice». Questo perché l'eventuale richiesta di rescissione del contratto,deve
essere accompagnata da documentate irregolarità nella gestione del servizio, per
evitare di esporre l'ente (quindi il cittadino) ad una pesante azione
risarcitoria.
Fonte
Il Quotidiano della
Basilicata
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