POLICORO - «In questi giorni
di calma apparente ferragostana, circolano voci, sempre più insistenti, che a
breve l'Asm affiderà la gestione del servizio cucina dell’ospedale di Policoro ad
una ditta esterna». A segnalarlo con disappunto e la Federazione sindacati indipendenti,
secondo cui «la pratica dell'esternalizzazione dei servizi sanitari pubblici è
stata sempre avversata da noi, poiché non produce alcun risparmio di spesa
pubblica e serve, invece, ad alimentare condizioni di precariato e
sottosalario; inoltre accentua il deprecabile fenomeno del clientelismo politico.
Nel precedente tentativo di esternalizzazione del servizio cucina del Presidio ospedaliero
di Policoro, avviato dall'ex Asl 5, sempre in periodo estivo/feriale, le
organizzazioni sindacali sono riuscite a dimostrare che i costi pubblici della
gestione, da affidare alla ditta esterna, sarebbero lievitati notevolmente e, soprattutto
per tale ragione, l'Azienda sanitaria fu costretta ad arrestare il già avviato
processo di estrenalizzazione. L'Azienda decideva, quindi, di percorrere la
strada del miglioramento della struttura in questione, investendo oltre
cinquecentomila euro per renderla più agevole ed aderente alle norme che
disciplinano le materie della sicurezza alimentare e della sicurezza sui luoghi
di lavoro. Negli ambienti, resi nel frattempo più confortevoli, sono allocati
arredi, utensili ed attrezzature moderne che possono soddisfare le esigenze di preparazione
dei pasti per i pazienti di tutta l'Asm, compresi quelli del “Madonna delle
Grazie” di Matera. L'Asm, ad avviso della Fsi, dovrebbe procedere ad eseguire
uno studio accurato per verificare se esistono le condizioni che consentano di
coniugare al meglio la qualità delle preparazioni alimentari destinate ai
pazienti e il risparmio di spesa pubblica. Invece la struttura sanitaria pubblica
sembra aver imboccato la strada della estrenalizzazione del servizio, senza
aver fornito alcuna informativa sindacale, che invece deve essere data
preventivamente ed obbligatoriamente, in attuazione delle norme contrattuali».
Fonte
il Quotidiano della Basilicata
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