giovedì 4 novembre 2010

Gli avvocati spiegano la riforma del processo amministrativo.




POLICORO – I temi della giustizia amministrativa e in particolare la riforma del processo amministrativo sono stati al centro di un seminario studio organizzato dall’associazione autonoma forense, nella mattinata del 30 ottobre presso la sala convegni del centro giovanile di “Padre Minozzi”. I legali del foro di Matera, hanno invitato per l’occasione il Prof. Enrico Follieri, ordinario di diritto amministrativo presso l’università degli studi di Foggia proveniente da una famiglia di giuristi pugliesi, il cui padre è stato anche Senatore della Repubblica nelle fila della Dc. Il cattedratico ha spiegato come dal 1875 ad oggi ci sia stata una proliferazione di leggi in materia che non ha abrogato quelle precedenti, provocando: “un alluvione di norme in un mosaico variegato che ha dato vita ad un bubbone soprattutto nella fase cautelare del processo amministrativo”. Inoltre ha sottolineato come questo codice in realtà non è un testo unico di leggi ma viceversa un richiamo frequente ad altri codici, primo fra tutti quello civile. Pertanto il legislatore non creando una raccolta di leggi in materia di processo amministrativo ha costretto gli addetti ai lavori a scervellarsi in una selva di altre leggi e richiami vari, aggiungendo poi come la ratio della riforma è quella di aver messo nelle mani degli avvocati e magistrati un processo leggero cercando di smaltire tutti gli arretrati dei vari Tar d’Italia. Il nuovo processo prevede 60 giorni per la richiesta di risarcimento danni per violazione di interessi legittimi contro i 5 anni della responsabilità extracontrattuale e i 10 di quella contrattuale nel civile; entro 30 giorni si può presentare la memoria difensiva per la prima udienza e 20 sono i giorni per la prima replica, mentre sono raddoppiati i termini per la costituzione in giudizio. Un’altra novità importante
è la misura cautelare ante-causam prevista già nel codice degli appalti riguardante la sospensione automatica di 35 giorni dell’aggiudicazione dei lavori pubblici se un’impresa presenta ricorso contro una Pubblica amministrazione: tutto ciò per garantire il principio della libera concorrenza. Vincenzo Montagna, invece, ha spiegato come davanti alla giustizia amministrativa lucana pendano 500 processi l’anno e di come siano 5000 gli arretrati. Inoltre la media dei processi davanti al Tar è di 9 anni, e di 4 quelli in appello al Consiglio di Stato prima di una sentenza. Poi ha aggiunto come senza investimenti non si risolve il problema giustizia in Italia dove molti tribunali, soprattutto del Sud, hanno carenze di organico. Infine ha concluso sostenendo come nella riforma il Tar della Lombardia, stranamente, ha competenze particolari nel settore del gas ed energia. Leonardo Pinto, anch’egli legale, ha puntato l’indice sulla competenza giurisdizionale riguardante la liquidazione del danno in separata sede e l’abuso d’ufficio, e di come il diritto civile e quello amministrativo si sovrappongano tra loro con questa riforma. Era presente al tavolo dei relatori anche l’Avv. Antonio D’Angella, mentre l’Avv.ssa Giovanna Bellizzi ha organizzato la giornata studio. In platea anche il neo presidente della commissione Lucani all’estero Antonio Di Sanza. Il prossimo appuntamento è per il 27 novembre, sempre a “Padre Minozzi”, dove si parlerà di intercettazioni ambientali e telefoniche con H.J. Woodcock.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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