domenica 28 novembre 2010

C’erano anche i volontari di Policoro alle celebrazioni in ricordo del terremoto del 1980




Da sabato 13 novembre sono iniziate le manifestazioni in ricordo del terremoto del 23 novembre 1980 che devastò parte del Sud, soprattutto la Basilicata. L’udienza pontifica di mercoledì 17 a piazza San Pietro è stato sicuramente l’evento più toccante per i tanti lucani, oltre 4000, accorsi nella Capitale a cui si aggiungono quelli che hanno seguito l’Angelus in Tv o letto le cronache giornalistiche. Soprattutto a Potenza, però, si sono concentrati tutti gli altri eventi consumati in Basilicata. E tra questi il 13 novembre ha raggiunto il capoluogo di regione anche una delegazione di volontari di Policoro, che a vario titolo hanno partecipato all’evento. Tra questi: Antonio Ricciardi per la Croce d’Oro, Giovanni Di Sanzo per la Protezione civile e Vincenzo Pastore per l’associazione nautica e motonautica lucana in compagnia di Davide Guida: “La maggior parte di noi era ancora ragazzo –spiega Pastore- all’epoca del tremendo sisma. Però indimenticabili sono i ricordi di quel momento dove ogni ora davano notizie tristi di ritrovamenti di persone scomparse. Il tutto, però, deve servire a sensibilizzare gli animi politici al fine di prevenire altri disastri dove c’è il concorso della mano dell’uomo. Credo sia necessario informare e formare persone idonee al giusto intervento pianificando il primo soccorso; per fare questo c’è bisogno della sensibilità politica nel dare la possibilità a quelle associazioni che operano sul territorio di attrezzarsi e di formarsi a non trovarsi impreparate ad eventi naturali funesti, pianificando i rischi ma soprattutto fornire a queste organizzazioni operative la logistica idonea ad affrontare un’emergenza. Ormai e notizia giornaliera sentir parlare di alluvioni e di esondazioni su tutto il territorio nazionale ma, ancora oggi, nella zona del Metapontino non si sente parlare di piani di emergenza e di recupero di famiglie che possono rimanere coinvolte da tale evento. Tuttavia si attende passivamente la calamità naturale per poi sentire parlare i tuttologi, che il più delle volte ricoprono cariche istituzionali, di prevenzione quando sono loro i primi colpevoli in concorso con la furia della natura, dopo la quale c’è la corsa allo scarico delle responsabilità. Nel frattempo che la politica si svegli, una coscienza civile in questa regione credo si sia consolidata proprio dopo il terremoto del 1980. Pertanto non disperdiamo tale valore e alimentiamolo con la cultura della prevenzione”.

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