POLICORO – Lunedì 9 luglio Policoro è un deserto. Piazza Eraclea sembra
il paese di nessuno. Quello che ogni tanto si vede nelle pellicole dei film
western: un fantasma. In piena estate ci sono locali chiusi per riposo
settimanale! Incredibile a dirsi e a vedersi! Così i turisti spaesati non sanno
dove andare. La cultura del turismo stenta ancora a fare breccia nel muro dell’indifferenza
di chi non sta a cuore le sorti di una città che se vuole definirsi turistica
deve ancora fare molti passi in avanti. Con questa mentalità non ce da essere
ottimisti. Nel pieno della stagione estiva anziché alzare la saracinesca fino a
sera inoltrata ci sono giornate in cui non la si solleva proprio. E parliamo di
attività commerciali di largo consumo: bar, pizzeria, abbigliamento marino, per
non parlare poi di quei locali, sempre in piazza Eraclea, riscattati dagli
assegnatari ma continuano ad essere chiusi a tempo indeterminato. Una volta il
Time Out era frequentato da tanti avventori: da anni è morto e sepolto senza un
perché tranne i due giorni della Madonna del Ponte. L’isola pedonale dovrebbe
invogliare i commercianti di quella zona ad utilizzare il pavimento per
allargare la propria offerta, invece assistiamo puntualmente ad una regressione
commerciale e culturale che fa perdere colpi al nostro turismo. Tanto per fare
un esempio a Ginosa Marina e Castellaneta il “borgo” centrale pullula di
persone, eppure non c’è nulla più di che a Policoro in piazza Eraclea. Anzi nei
Comuni della vicina Puglia non c’è nemmeno l’area passeggio anche se ad una
certa ora le transenne delimitano il traffico delle auto. Ma perché a Policoro
è tutto così più complicato? Forse si pensa troppo, dopo aver riscattato i
locali dall’Alsia, a fittarli a prezzi da capogiro per fare business. Ma
ragionando così si continua a fare del male a Policoro. Per fittare o vendere
un locale commerciale a prezzi di città bisogna avere la mentalità della città.
Che a Policoro oggi non c’è. Se ci fosse sarebbero gli stessi commercianti di
piazza Eraclea a crearla tenendo aperti i loro locali e magari organizzando
iniziative comuni per animare la piazza. E invece predomina il tirare a
campare, l’isolamento culturale, la rassegnazione di chi pensa forse troppo
alla pensione che non può nemmeno godersela in un centro storico deserto
facendo passare la voglia di investire ed uscire.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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