POLICORO
- Salviamo l'acqua e il mare jonio. E’ per difendere il nostro mare, le nostre
acque e la qualità delle nostre vite che, ieri mattina, circa seimila persone
si sono prese per mano sulla spiaggia di Policoro. Un’immensa catena umana,
organizzata dal Comitato No Scorie Trisaia, a cui hanno dato la loro adesione
anche diverse amministrazioni pubbliche. Già l'anno passato, infatti, in
occasione della prima iniziativa sono scese in spiaggia cinquemila persone.
Quest'anno al sit-in hanno preso parte anche la Provincia di Matera e le
amministrazioni comunali di Nova Siri, Rotondella, Policoro e Pisticci decise a
rivendicare il proprio ruolo a tutela dell'acqua. «Sono circa due anni - hanno
spiegato gli organizzatori - che il lago del Pertusillo è inquinato da
idrocarburi, metalli pesanti e scarichi di fogna, ma i consiglieri regionali,
con i parlamentari lucani, invece di salvare il lago idropotabile che disseta e
irriga Puglia e Basilicata, hanno avviato con il Memorandum le procedure per il
raddoppio delle estrazioni petrolifere in Basilicata (da 90.000 a 180.000
barili/giorno) e altre procedure per trivellare la Basilicata oltre i confini
di Calabria e Campania. Tutto questo senza che il governo abbia stabilito
ancora cosa ne riceverà in cambio di questo sacrificio la Basilicata». «Ora il
governo Monti - spiegano - per aumentare il Prodotto interno lordo nazionale e
di conseguenza gli utili dei petrolieri, vuole continuare a trivellare il Mar
Ionio e l’Adriatico, riavvicinando alle coste (5-12 miglia) le piattaforme
petrolifere, mentre in America sono proibite sotto le 80 miglia. Le istanze dei
permessi di ricerca petrolifera nel Mar Jonio sono circa 10 e nel Golfo di
Taranto». Tutto questo con il beneplacito del
governo regionale, che invece di salvaguardare la salute delle nostre acque,
che restano un bene pubblico, continuano «a ignorare i cittadini e sminuiscono
i gravi problemi connessi alle estrazioni petrolifere come l’inquinamento delle
acque e i danni alle economie locali, tanto che siamo diventati la regione più
povera d’Italia, con un alto tasso di disoccupazione ed emigrazione». «Senza
l'acqua - ha detto Felice Santarcangelo - nessuna azienda e realtà sociale può
vivere tranquillamente. Il petrolio è una risorsa, ma non l'unica di una
regione che merita rispetto e considerazione».
Fonte
Il
Quotidiano della Basilicata
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