POLICORO - Riceviamo e pubblichiamo una lettera immaginaria scritta da Luca Orioli, fidanzato di Marirosa Andreotta, trovato morto misteriosamente la sera del 23 marzo 1988, insieme con la ragazza nel bagno dell’abitazione di quest’ultima. I loro corpi, riesumati il 17 dicembre 2010 si trovano tutt'ora presso l'Istituto di Medicina Legale di Bari, a disposizione del professor Introna per le perizie medico-legali). Il giorno di Pasqua avrebbe compiuto 44 anni. La lettera è stata già pubblicata sul settimanale “Buongiorno” di Matera.
Oggi ricorrono i 44 anni dal giorno della mia nascita. Avrei pensato di festeggiare in una qualche maniera, certamente diversa da quella che mi è stata consegnata dal destino. Nei nostri progetti, il futuro sembra lo si possa determinare con oculate scelte. Programmare, pianificare, raggiungere. Anche quando somiglia a ciò che ci aspettavamo, a ben vedere, porta i segni di una ferita originaria. La strada non è mai libera da intralci, ed i più seri sono quelli che noi stessi produciamo, nella convinzione di esser padroni del nostro destino e di poterlo condurre e determinare. E' Pasqua, mancano solo pochi giorni. Il miracolo si rinnova e l'attesa ha ancora una risposta, che supera ogni progetto d'attesa, poiché spesso non sappiamo nemmeno cosa sia meglio attenderci, cosa sia più utile desiderare. Chi mai avrebbe atteso, programmato, organizzato la Resurrezione? Eravamo tutti presi a pianificare la vita, noi giovani di belle speranze e inesauribile energia. Innamoramenti e amori, studio, scherzi, poesia, amicizie e malinconie e affetti tenerissimi. Anche gelosia, ira, invidia, calcolo, abuso. I segni premonitori di ieri, oggi sono il nostro quotidiano. Case, mogli, mariti, figli, lavoro sono proprio come li avevamo desiderati ventitré anni fa? E' Pasqua, ancora un'inezia di tempo per un tempo senza tempo. Lì eravamo chiamati attraverso il percorso di nostra vita e finalmente siamo giunti. I compagni della breve strada, che ci ha condotti, ancora domandano qualcosa a qualcuno o, forse, sono rassegnati a chiedere perché al Dio ignoto. E' Pasqua, la vedo venire con leggerezza, come unguento sulle membra stanche del lungo cammino. Viene! E in un abbraccio e posso toccarvi ancora e potete sentirmi di carne e sangue e riso e amore. E' Pasqua, tra noi. “Rimarrà la terra, quando non ci sarò più, e per me non sarà dolore”.
Luca Orioli
(FONTE Il Quotidiano della Basilicata)
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