martedì 26 aprile 2011
Progetto “QUINONSITOCCA”. La pedofilia vista dall’Arma e dalla psichiatria
POLICORO – Nel secondo appuntamento del progetto educativo “QUINONSITOCCA”, promosso dal Consiglio d’Europa e dal Ministero delle Pari Opportunità, recepito dalla Fidapa (Federazione italiana donne arte professioni affari) sezione di Policoro, presso la scuola primaria “Giovanni Paolo II” di Corso Pandosia le volontarie della Fidapa hanno incontrato i genitori dei discenti dell’istituto scolastico. Con loro due relatrici. Annalisa Pomidoro, tenente dell’Arma della compagnia di Policoro, ha relazionato sui reati della violenza sessuale e atti sessuali con minorenni sia nei confronti di coloro che hanno meno di 14 anni che di quelli tra i 14 e 18 anni. La giovane ufficiale ha sottolineato l’importanza della prevenzione sul controllo del territorio e della repressione di fronte alla violazione della pacifica convivenza i cui comportamenti sono sanzionati dal codice penale. E in questo i Carabinieri sono l’istituzione più radicata su tutto il territorio nazionale con il compito di raccogliere informazioni, elaborarle e poi passare alla fase operativa laddove si riscontrano reati. “In questa attività –afferma la Pomidoro- è importante il dialogo con i cittadini perché tutte le informazioni, anche quelle che per il semplice cittadino possono essere insignificanti per noi invece possono essere preziose per la nostra attività di indagine. Pertanto non abbiate nessun timore di metterci al corrente di ogni comportamento anomalo che può essere una spia di un possibile reato”. Nel suo intervento ha poi lodato l’attività di rete territoriale di associazioni e servizi, pubblico-privato, nell’aiutare chi si trova in difficoltà. La dott.ssa Angela Montesano dell’Asm ha invece parlato della pedofilia sotto il profilo medico come: “disturbo del desiderio sessuale di persone giunte alla maturità sessuale. Esso non sempre costituisce reato nel senso che a volte si manifesta con un orientamento e non un comportamento. Così come ci sono abusi su minori compiuti a volte da persone non affette da pedofilia. Inoltre non si considera pedofilo chi è attratto da persone pari o con età oltre i 12 anni purchè questi ultimi abbiano raggiunto lo sviluppo puberale”. Secondo la medicina, a parere della Montesano, il pedofilo è colui con più di 16 anni per il quale i bambini/e costituiscono l’oggetto sessuale preferenziale; il sintomo persiste per almeno 6 mesi e la differenza di età è maggiore di 7 anni. Ha citato poi che il 60% degli abusi su minori avviene in famiglia. Tra le terapie una delle migliori per riportarlo ad una vita senza abusi è quella dell’affettività. Ricordiamo che il progetto è iniziato martedì 12 con un primo incontro con i docenti della scuola, mentre il 20 maggio si chiuderà con un convegno che vedrà relatore Antonio Marziale, presidente nazionale dell’osservatorio minori.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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