giovedì 21 aprile 2011
Recital di poesie e cultura sacra di scena a Policoro
Anche per quest’anno l’artista napoletana, Elisabetta Busiello, ha organizzato all’hotel residence “Heraclea” di via Lido in Policoro il “Recital di poesie e mostra d’arte varia” per il secondo anno di fila a nome dell’ A.I.P.H. (Associazione Italiana Protezione Handicappati) di cui è la presidentessa. Erano presenti alla serata numerosi artisti lucani e non. La serata è stata aperta dal cantautore lucano Antonio Labate, il quale ha musicato la poesia di Rosanna Venneri, “Voglio”, dedicata alla figlia spastica della Busiello, Carmela, presente anch’essa alla serata. Il musical è servito per far capire agli astanti come a volte non si apprezzi la normalità presi sempre dall’esibizionismo e dal manicheismo di voler a tutti i costi apparire e sopraffare gli altri. Mentre c’è chi darebbe la propria vita per gli altri. Poi è stata la volta delle recite: Michele Martinelli, Franco Gallicchio, Antonio Federico, Rosa Gialdino, Mario Padula, la signora Varasano, Giuseppe De Matteo a altri tutti ad esibirsi nel loro repertorio di poesie, intervallate dalla musica di Mimmo Rago, tendenti a mettere in risalto la terra di Lucania, con le sue bellezze e i suoi atavici problemi. Primo fra tutti l’emigrazione. Le cui storie sono state al centro di alcune poesie di coloro che in prima persona hanno visto familiari partire non solo in epoca remota con la valigia di cartone sulla lettorina, destinazione Nord ed estero, ma anche più recentemente nipoti con il più rapido Intercity. Storie di lucani diventati qualcuno e di corregionali che non ce l’hanno fatta a sbarcare il lunario. Ma con un unico filo conduttore: la nostalgia della loro amata terra raccontata nei versi, in alcuni casi dialettali, di chi ha vissuto direttamente o indirettamente l’esperienza di un viaggio solo andata per lavoro. “Da quando conosco –afferma le Busiello- questa città e questa terra ci vengo sempre volentieri non solo come turista ma a promuovere iniziative culturali a favore di: abilmente diversi, anziani, emarginati e cittadini comuni, dal “taglio” spirituale con al centro la grande fede che mi anima nel mio vissuto quotidiano”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)
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