POLICORO
– L’oasi Wwf di Policoro lancia la proposta ai Governatori di Lucania, Puglia e
Calabria, tramite il suo gestore Antonio Colucci, di creare una zona protetta
Aspim “Area Specialmente Protetta d’Importanza Mediterranea”, nel perimetro
ricompreso tra il tratto di mare Santa Maria di Leuca e Capo Spartivento, area
straordinariamente ricca di biodiversità soprattutto tra le altre specie, di
cetacei, pinnipedi e tartarughe marine. “Tra le finalità –osserva lo stesso
Colucci- prioritarie dell’ASPIM è dare
adeguata tutela nel golfo di Taranto alle coste pugliesi, lucane e calabresi. Nostro
desiderio è che l’intero territorio possa essere promotore di questa iniziativa
che, pienamente coerente con direttive Europee, indirizzi ministeriali e la ‘Campagna
Mare’ di recente avviata dal Wwf Italia Onlus, porterebbe alla creazione di
un’area protetta di elevatissimo interesse per le regioni interessate, motivo
di grande promozione territoriale e veicolo della nostra storia, cultura e
imprenditorialità. L’esigenza di creare
tale livello di protezione nel Golfo di Taranto –continua Colucci-, oltre che
essere un impegno civile in virtù di un futuro sostenibile, si rende necessario
per le gravi criticità ed emergenze presenti in questo tratto di mare. Area
marina pericolosamente ‘chiusa’ che parla di Ilva e acciaio, idrocarburi e
oleodotti, raffinerie, base navale per sommergibili nucleari, mitilicoltura
alla diossina e flusso navale legato al porto commerciale, militare e
naturalmente alla flotta peschereccia. Confermata da recenti studi la ricca
presenza di specie e habitat target, dalla macro vita coralligena alla presenza
di grandi mammiferi, dai pinnipedi al sempre più documentato ciclo di vita
della tartaruga marina, fanno del golfo di Taranto uno scrigno prezioso del
Mediterraneo. La produttiva collaborazione in atto tra il gruppo di ricerca della
Jonian Dolphin Conservation e i ricercatori del centro Wwf tartarughe marine di
Policoro (promotori del progetto ASPIM), ha permesso negli ultimi anni di
ottenere importanti risultati sulla documentata presenza di grandi mammiferi
marini non solo in aree pelagiche, ma anche in tratti di mare meno profondo e
prospiciente le coste di Puglia, Basilicata e Calabria con almeno otto siti di
nidificazione trattati e numerose altre testimonianze di schiuse e avvistamenti
attendibili”.
Gabriele
Elia
(fonte il
Quotidiano del Sud)
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