La Ola, Organizzazione lucana ambientalista, in merito all’emendamento del governo Renzi, ancora da approvare con legge, invita ad essere più cauti circa le valutazioni e gli effetti che esso produrrebbe sul territorio della Basilicata e nel Mar Jonio, anche alla luce dei facili entusiasmi istituzionali e non, sui media locali e nazionali.
Da una prima lettura della bozza provvisoria circolante dell’emendamento anti-referendum proposto dal governo Renzi, si evince come:
a) l’emendamento escluderebbe i “titoli abilitativi già rilasciati”: nella sostanza tutte le ricerche, le istanze di ricerca e le concessioni idrocarburi in Basilicata nel mar Jonio e in terra ferma sono già di competenza del ministero dell’ambiente e non più della Regione Basilicata. L’iter per la VIA (Valutazione di Impatto Ambientale), dopo il 31 marzo 2015, per effetto della legge sblocca Italia, è infatti passato di competenza del ministero dell’ambiente. L’emendamento non modifica questa procedura.
b) l’emendamento non riguarda le Intese: resta infatti valido l’iter della Legge di Stabilità in vigore con pareri e intese delle Regioni non vincolanti. Per quanto riguarda il ripristino nell’emendamento governativo del divieto di ricerca ed estrazioni di idrocarburi all’interno delle 12 miglia marine, non è chiaro inoltre se l’emendamento del governo faccia o meno divieto anche per quei titoli minerari per i quali è già stata rilasciata l’autorizzazione VIA.
c) la cancellazione del “carattere di interesse strategico ed indifferibilità delle opere petrolifere” è strumentale per il governo: la cancellazione dell’interesse strategico e della indifferibilità delle opere petrolifere per la Ola è strumentale da parte del governo Renzi. Ciò al fine di evitare che sortisca effetto il ricorso alla Corte Costitruzionale inoltrato da alcune Regioni, esclusa la Basilicata, il cui consiglio regionale decise il 4 dicembre 2014 di non ricorrere alla Consulta nonostante la manifestazione dei “diecimila” a Potenza. Il governo Renzi ha in sostanza”neutralizzato”, in attesa che il Parlamento approvi definitivamente la modifica del Titolo V della Costituzione, già approvato dal Senato, l’abolizione in toto dell’articolo 38, sul quale la Corte Costituzionale si pronuncerà a Marzo 2016 .
d) la cancellazione del Piano delle Aree è favorevole agli interessi delle compagnie petrolifere: per la Ola, l’emendamento anti referendum proposto dal governo Renzi recepisce quanto chiedono da tempo le compagnie minerarie circa la “semplificazione” degli iter burocratici di autorizzazione presso i ministeri, scongiurando che le autorizzazioni possano essere “riviste” alla luce del Piano delle Aree o limitare attività petrolifere future in Italia.
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