POLICORO
– L’associazione No Scorie Trisaia, nata subito dopo il 2003 per scongiurare il
rischio del deposito di scorie nucleari a Terzo Cavone in Scanzano Jonico, il
12 ha partecipato ad un convegno sul ritorno al rischio deposito in Lucania e
zone limitrofe come la vicina Puglia. Infatti nei giorni scorsi si è ritornato
a parlare del problema con una lista, ancora oggi nascosta, di possibili
ubicazioni del sito unico nazionale. Ecco dunque che l’associazione
ambientalista inizia, dopo Matera e Venosa, la sua road map di protesta in una
fase delicata in cui chiedono che: “La procedura per definire il luogo che
dovrà ospitarlo segua fin dal suo avvio un iter trasparente e aperto al massimo
coinvolgimento di cittadini e istituzioni locali. In questo momento sono in
corso le valutazioni tecniche dei ministeri competenti, Ambiente e Sviluppo,
sulla Carta Nazionale (CNAPI)
redatta da Sogin che individua
le aree potenzialmente idonee, nell’ordine di alcune decine dislocate in varie
regioni italiane, seguendo i criteri dettati dalle linee guida dell’Ispra, che agisce quale Autorità per
la sicurezza nucleare nazionale.
Il testo verrà trasmesso nuovamente a Sogin, che lo renderà pubblico nel tempo
necessario ad adeguarlo alle prescrizioni dei dicasteri. Più che rassicurazioni
in materia trasparenza-nucleare gradiremmo che il ministero dell’Ambiente
vigilasse sulle V.I.A. (Valutazioni Impatto ambientale) che rilascia già
alla Sogin e che in tema di trasparenza ancora non si è ancora adoperata per
formulare un piano di comunicazione territoriale sulla realizzazione del futuro
edificio ICFP sull’Itrec della Trisaia in merito alle operazioni di decommissionig.
I nostri dubbi sulla probabilità che nella rosa dei siti papabili al deposito
di scorie nucleari ci siano l’area tra Puglia e la Basilicata restano
confermati dalla vecchia mappa del 2010 redatta da Sogin sulle aree idonee.
Ovviamente ci auguriamo di sbagliarci e che quest’area già candidata con Matera
Capitale della cultura sia esclusa dal pericolo fossile radioattivo nonché da
quello fossile petrolifero”. Secondo No Scorie Trisaia, il deposito nazionale
sarà integrato in una superficie di circa 300 Ha e sarà di tipo superficiale
per ospitare i rifiuti nucleari di I e II cat per una durata di 300 anni, le
quantità previste variano dai 75.000 ai circa 90.000 mc da stoccare, nel totale
dovrebbe essere già previsto l’aumento annuale di scorie nucleari derivanti
dagli ospedali di natura medica. Il sito ospiterà, sempre a loro parere, in
maniera provvisoria anche i rifiuti di III cat.(quelli che durano migliaia di
anni) in attesa di una probabile sistemazione in un sito geologico di
profondità di carattere europeo o transfrontaliero.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano del Sud)
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