martedì 28 aprile 2015
Continuano le proteste di No Triv contro le perforazioni in mare
POLICORO - La Calabria si unisce alla Basilicata contro le trivellazioni in terra e mare. L’associazione No Scorie Trisaia fa sapere di aver partecipato ad una manifestazione popolare giorno 28 marzo a Corigliano Calabro, con la partecipazione delle amministrazioni locali, delle associazioni e dei cittadini, in un corteo che dalla terra di Corigliano ha raggiunto la spiaggia di Schiavonea. “Un corteo –affermano i volontari dell’associazione- che ha unito terra e mare di Calabria per dire un no, senza se e senza ma, a qualsiasi tentativo di trivellare la Sibaritide e il mar Jonio. Forte anche dell’opposizione al Decreto Sblocca Italia impugnato dal suo presidente Oliverio, la Calabria scende in piazza contro le trivellazioni petrolifere in terra e mare per tutelare l’acqua dell’intera Sibaritide (l’area si poggia su un enorme bacino idrico di profondità unico, in pratica un enorme lago sotterraneo di centinaia di Kmq) e le proprie economie locali. Pochi sanno che quest’area della Calabria sotto i monti della catena del Pollino è ricca come la Basilicata di acqua. Non è un caso se in queste zone si coltiva il riso, un prodotto di altissima qualità. La Sibaritide come il Metapontino è un territorio ricco in termini di produzioni agricole di qualità, turismo, pesca, agroalimentare, luoghi ricchi di cultura, arte e archeologia. Siamo sempre in Magna Grecia. La Sibaritide inoltre è una delle aree più ricche dell’intera Calabria. Tutti ricorderanno il caso all’istanza di ricerca in mare d150 diventata a metà giugno 2014 permesso di ricerca in mare DR 74AP con trivellazione da fare sulla terra. Un caso a nostro giudizio ancora tutto da chiarire riguardo a un procedimento amministrativo maturato in piene ferie natalizie 2013 da parte del direttore del Mise Terlizzese. Il dirigente del Ministero dello Sviluppo Economico chiese mezzo lettera ai Comuni della Sibaritide di pronunciarsi entro 20 giorni con un parere sulla possibilità di trivellare la costa per estrarre poi in mare. La zona interessata è quella del comune di Cassano-Sibari nei pressi della foce del fiume Crati. I Comuni con gli uffici semi chiusi e i dipendenti in ferie comunque si opposero. A giugno 2014 giunse poi il permesso di ricerca concesso a tavolino (in termini calcistici sarebbe una gara non disputata) del ministro Guidi (senza fase esplorativa con air gun), in attesa di un’altra Valutazione d’impatto ambientale per realizzare un futuro pozzo petrolifero esplorativo/estrattivo con decreto Sblocca Italia permettendo”.
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