giovedì 21 novembre 2013

Immigrati al lavoro. Un esempio di integrazione sociale




POLICORO – Nella cittadina jonica la presenza di stranieri, comunitari e non, è abbastanza massiccia. Tra gli immigrati ci sono anche ragazzi africani fuggiti dalle loro nazioni: Mali, Gambia, per guerre tribali, civili o religiose. Proprio nei giorni scorsi da Augusta (Siracusa) sono arrivati alcuni ragazzi del continente nero ospiti di case alloggio (ex orfanotrofi) per minori. La macchina della solidarietà si è subito attivata con  la vicinanza di cittadini e commercianti, non soltanto assistenziale ma anche produttiva. Già durante la scorsa estate impresari del turismo hanno dato la possibilità a qualcuno di loro di cimentarsi in attività lavorative nelle persone di: Abdou, Abubacarr, Sulayman. Poi nei giorni scorsi, grazie all’idea di un’operatrice della casa famiglia Pippo’s House,  la Sherena "Pet shopping & garden" Quinto Policoro ha aperto i cancelli agli stessi giovani di colore che hanno trascorso la domenica lavorando in un punto vendita specializzato nel benessere e sopravvivenza degli animali passando l'intero pomeriggio di qualche settimana fa in casa famiglia (lavoro a domicilio), assemblando confezioni per cani adibite alla raccolta dei loro bisogni in nome e per conto dell’ azienda di cui sopra. Un modo concreto di fare solidarietà rispettando l’ambiente non affrontato quasi mai sul territorio e che se incentivato culturalmente può produrre benefici di varia natura: sociale, economica e pedagogica. Purtroppo però il muro del pregiudizio e della diffidenza è difficile da vincere: non tutti sono ben predisposti a dare delle chance a questi ragazzi meno fortunati di ingresso nel mondo produttivo. Comunque sia l’attività delle due case famiglie volta a diffondere la cultura della tolleranza, rispetto e inclusione sociale va avanti incessantemente, grazie anche alla collaborazione del mondo associativo, nel restituire il sorriso a questi ragazzi immigrati, che non sono nati sotto una buona stella ma a Policoro stanno trovando una loro seconda città e famiglia.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)


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