POLICORO
– “A rieccoli”. E’ proprio il caso di dirlo. Al peggio non c’è mai rimedio. Nel
ponte di “Tutti i Santi” li avevamo trovati nello spiazzo di via Mascagni,
meglio conosciuto come il parcheggio a ridosso del centro visite e oasi del
Wwf. Poi da lì sono spariti per ritornare dove? Di nuovo sul lungomare
centrale, spesso posto e stessa area: primo parcheggio a destra. Solo che
questa volta i nomadi sono stati un po’ più furbi e si sono collocati sulla
strada perpendicolare, parallela a quella centrale, più nascosta di quella
trafficata ma ugualmente visibili. Tanto da attirare l’attenzione di qualche
passante il quale giovedì 7 ottobre li ha visti addirittura intorno ad un falò
come se stessero celebrando un rito satanico o pronti al sacrificio di un
animale in nome di chissà quale divinità. E subito dopo la segnalazione ci
siamo recati sul posto, a distanza di sicurezza, e il riscontro è stato
esattamente uguale alla segnalazione. Non facevano nulla di male per carità,
però se le fiamme del falò si fossero propagate chissà cosa sarebbe successo in
mezzo alla pineta. Proprio quel polmone di verde più volte violentato dalla
mano dell’uomo che nel tempo è diventato, purtroppo, bersaglio privilegiato di
chi appicca gli incendi a prescindere se c’è dolo o meno. Dov’è la prevenzione?
Ci sarebbe se un’apposita ordinanza del 2011 fosse fatta rispettare e invece i
gitani considerano Policoro ormai come casa loro. Infatti si sono fermati,
sempre a ridosso della Duna centrale, per tutta la settimana e quando siamo ritornati
sul luogo sabato 9 li abbiamo rivisti nella loro ormai zona franca. Roulotte
ferme, macchine, sedie a sdraio, tavoli e gli immancabili fili stendi panni
fatti asciugare al sole. Per chi passa da quelle parti non è un belvedere.
Sempre nella giornata di sabato in tarda mattinata gli schiamazzi si sentivano
anche dalla rotonda, per non parlare poi del fatto che girano alla ricerca di
cosa? Nessuna discriminazione sia ben chiaro però se le roulotte da tre/quattro
dovessero diventare di più per effetto dal passaparola allora si che
bisognerebbe drizzare le antenne e stare in guardia: la prevenzione non è mai
troppa.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano della Basilicata)
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